L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma in merito all’omicidio di Aldo Naro.
Il papà, la mamma e la sorella di Aldo Naro ascoltano in silenzio le parole del giudice. Rosario, Anna Maria e Maria Chiara hanno gli occhi lucidi: anni di sofferenze dopo quella maledetta notte di San Valentino del 2015, ora hanno appena vinto una battaglia importante. Ci sono tre imputati rinviati a giudizio per omicidio volontario in concorso, dovra no rispondere a partire dal prossimo 9 giugno davanti alla prima sezione della Corte di assise della morte di loro figlio. Attimi di commozione, un dolore che si rinnova all’infinito, nessuno potrà restituirgli il povero Aldo, ma loro sono certi che è stato compiuto un grosso passo avanti verso la verità. Ci sarà un processo e accusa e difesa si giocheranno tutte le carte.
Si è conclusa così ieri mattina l’udienza preliminare del gup Rosario Di Gioia che ha disposto il giudizio per i tre buttafuori: Gabriele Citarrella, Pietro Covello e Francesco Troia come chiedevano il pm Enrico Bologna e anche i legali di parte civile, gli avvocati Salvatore a Antonino Falzone . I tre sono sospettati di avere partecipato al pestaggio del giovane medico di San Cataldo, ucciso nella discoteca Goa dello Zen dopo che nel locale era scoppiato un litigio per cause mai del tutto accertate. Fino ad oggi solo un ragazzino all’epoca dei fatti minorenne, Andrea Balsano, è stato condannato per omicidio. Ha confessato di avere ucciso da solo il medico, con un violentissimo calcio alla testa, ma la famiglia Naro non ha mai creduto a questa ricostruzione. Anzi, l’ha contestata fin dall’inizio ed ha cercato di fare luce completa su quanto accaduto quella notte. Dopo tante battaglie legali che sembravano non portare a nulla, i familiari ed i loro difensori sono riusciti a far riesumare la salma affinchè si facesse un nuovo esame autoptico. Che si è svolto utilizzando una tecnologia modernissima, capace di far risaltare nuovi particolari.