L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Daspo nei confronti di 12 ragazzi protagonisti di Movida violenta.
Scatta il Daspo Willy per dodici ragazzi terribili accusati di una lunga catena di rapine nelle strade della movida e nel centro storico. Per dieci maggiorenni e due minorenni coinvolti nelle scorse settimane in un’indagine sulla scia di violenze e aggressioni adesso è arrivato il provvedimento del questore Leopoldo Laricchia che vieta di frequentare sino a un massimo di due anni di tempo locali pubblici e strade che si trovano in una grande fetta della città: via Maqueda, piazza Marina, piazza Magione, via Monteleone, via Roma, piazza Giulio Cesare. I luoghi in cui la banda ha colpito con impressionante frequenza. «La misura irrogata, in virtù del suo carattere eminentemente preventivo – spiegano in questura -, mira ad impedire la reiterazione di condotte analoghe».
Alla baby-gang vengono conte stati quasi trenta colpi, raid messi a segno di sera nell’area urbana piena di bar e locali. Nel mirino sono finiti soprattutto ragazzi, costretti a consegnare cellulari e denaro. Le vittime sono state minacciate con una pistola, picchiate con pugni, calci e colpi di bastone. A far luce sulla catena di assalti sono stati i carabinieri e gli investigatori della squadra mobile. Nei confronti degli indagati è poi arrivata l’ordinanza del giudice, che ha previsto diverse misure cautelari.
La lunga galleria di assalti per strada, negli androni dei condomini e in alcune abitazioni va dal 10 settembre al 17 di novembre dell’anno scorso, quando i banditi, riuniti in branco per essere ancora più minacciosi, hanno terrorizzato ragazzi, passanti e turisti a passeggio nel centro storico, rapinandoli di telefoni cellulari di ultima generazione e di denaro. Usando spesso maniere forti e metodi violenti. Grazie alle testimonianze delle vittime e all’esame delle riprese dei sistemi di videosorveglianza installati per strada o negli androni dei condomini, poliziotti e carabinieri hanno dato un volto ai componenti del gruppo criminale.
Pesante il giudizio del gip sulla banda: «I reati accertati sono espressione di una criminalità di branco (rapine consumate o tentate, oltre a tre furti, tutti commessi con la partecipazione di più persone) riconducibile a gruppi di giovani delinquenti che dall’azione collettiva hanno ricavato una maggior spinta criminale, che in orario notturno hanno individuato i loro obiettivi e che sol perché in numero superiore alle vittime prescelte si sono determinati a compiere le brutali aggressioni di volta in volta ricostruite dalle indagini. Un preoccupante fenomeno di microcriminalità giovanile con connotati anche dimostrativi (si potrebbe dire autocelebrativi), in cui la presenza del gruppo riveste una caratteristica essenziale.