L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul giallo al Civico di Palermo.
Ancora un grave episodio di violenza investe la città. Sullo sfondo sempre le pistole che all’improvviso sembrano essere tornate a sparare con una certa facilità. Ma l’ultimo episodio è molto più che un giallo. La polizia, che ha aperto un’indagine, non è per nulla convinta della ricostruzione fatta dalla vittima. Si tratta di un uomo di 34 anni che tre giorni fa (ma la notizia è trapelata soltanto ieri, ndr) si è presentato all’ospedale Civico con una ferita sanguinante al braccio dicendo che era stato raggiunto da un colpo di pistola. Resta un mistero il movente e lo stesso luogo in cui sarebbe avvenuto l’agguato.
L’unica certezza al momento da cui partire è per l’appunto la vittima. Un trentaquattrenne, sulla cui identità al momento vige il più stretto riserbo, attorno a cui gli agenti stanno cercando di capire dinamiche di vita privata e lavorativa, e soprattutto possibili frequentazioni pericolose. Proprio per le tante incognite che al momento aleggiano attorno al caso, i poliziotti non si sbilanciano più di tanto nell’azzardare una pista piuttosto che un’altra. Addirittura ci sono anche dubbi sulla ferita riportata che potrebbe anche non essere stata procurata da una pallottola.
La versione del ferito viene al momento considerata poco attendibile, motivo per cui quel poco che ha detto è insufficiente per dare qualche concreto spunto investigativo. Gli agenti, rispetto sempre alle indicazioni fornite dal ferito, al momento non sembrano avere alcun riferimento «fisico» sul luogo teatro della pistolettata. Almeno il luogo potrebbe rappresentare una base di partenza: proprio per questo le indagini sono estremamente complicate, costellate da una serie infinita di incognite. Il ferito si è presentato spontaneamente all’ospedale dicendo ai medici: «Sono ferito ad un braccio, mi hanno sparato». Sono state le sue uniche parole. I sanitari, ovviamente, hanno fatto segnalazione alla polizia che si è recata immediatamente al pronto soccorso. Il trentaquattrenne è stato medicato e dimesso con una prognosi di 15 giorni.
Il proiettile è entrato e uscito e questo chiaramente ha evitato ulteriori complicazioni all’uomo. È stato quindi subito sentito dagli agenti che però non sono riusciti a raccogliere grandi riscontri. L’unica certezza è che il giovane risulta residente nella zona della Zisa ed è proprio in questo quartiere che potrebbe essere stato esploso il colpo di arma da fuoco. La versione dei fatti, ritenuta dagli inquirenti «molto confusa», è ritenuta in parte inattendibile.