L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul maltempo e sul fango nel palermitano.
Il fango che si è stiracchiato come un enorme serpente sulle strade di Partanna è tornato nella sua tana spinto dalle bocche delle escavatrici scese in campo dopo il maltempo. Ma è pronto a materializzarsi al prossimo acquazzone, al prossimo allarme meteo. E si corre ai ripari, almeno ci si prova. La montagna di terra (dopo gli esami di laboratorio ora si sa che è rifiuto ordinario) non sarà rimossa e portata via dai mezzi della Rap, al lavoro da giorni nel quartiere su altre arterie, ma potrà invece adesso tornare utile in loco per sistemate i danni provocati proprio alla via dissestata dall’alluvione del 13 ottobre.
Niente si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma: se la legge di Lavoisier è applicata alla chimica, il concetto modernizzato è ora l’alchimia trovata per usare anche ciò che sembra destinato per vocazione alla discarica di Bellolampo. Rifiuto «sano», si ricicla. L’accordo è stato preso ieri mattina dopo un sopralluogo tra rappresentanti di Comune, Forestale e protezione civile che era stato richiesto con urgenza da due rappresentanti di Sicilia Futura, il deputato regionale Edy Tamajo e il consigliere Ottavio Zacco, arrivato tra i residenti della zona proprio la sera degli allagamenti che avevano trasformato le vie di Mondello e Partanna in torrenti.