Gds: “Palermo. L’impresa da Guinness dei primati dell’illusionista Christian Carapezza. L’uomo…al cubo e le notti fra gli insulti”

L’edizione odierna odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’impresa di Christian Carapezza, l’illusionista rimasto 20 giorni in una teca davanti il centro commerciale “Conca d’Oro”.

Niente trucchi ma training, tecnica, tenacia e testardaggine. Per riuscire a rimanere nel cubo per ventidue giorni l’illusionista estremo Christian Carapezza ha utilizzato quelle quattro T che caratterizzano la sua attività professionale. Da ventiquattro ore non è più «in vetrina»: stanco, provato e debilitato ha fatto ritorno a casa dove (finalmente) s’è sbarbato e ha dormito otto ore di fila senza essere svegliato dalla luce del sole, dai camion che scaricavano merce o dagli insulti di certi ragazzini nottambuli. Ieri è rimasto in pigiama tutto il giorno, ciabattando per casa. Ha perso nove chili e per riprenderli ci vorrà del tempo: il suo primo pranzo fuori dal cubo è stato un omogenizzato e un po’ di brodo di carne ma felice d’essere con i suoi più accaniti fans: la moglie Deborah e il figlio Haaron.

«Domani pastina – dice Christian – per le lasagne di Deborah passerà ancora del tempo: non sono pronto per il cibo solido». La sua è stata un’esperienza da guinness dei primati: in una teca di vetro grande due metri per ventidue giorni, senza mangiare e in streaming h 24. «Ho sofferto il sonno e la luce -continua Carapezza – dormivo al massimo tre ore per notte. Luce, caldo, rumori e poi quasi ogni notte, un gruppo di ragazzini, mi insultava o gettava monete o lattine. E, per paura che la teca potesse rompersi, rispondevo e spiegavo che per me non era un gioco ma lavoro. Parlavo tanto e dormivo quasi niente. Nel weekend, invece, il cubo era la meta di quelli che, usciti dai locali, venivano a fare quattro chiacchiere con me.

Mi rilassavo ascoltando musica new age che mi riparava anche dai rumori molesti. Ho patito il caldo: quando la gente era felice per il bel sole di novembre, io mi cuocevo: il cubo, dalle 16 in poi, diventava un forno. Bevevo dai quattro ai sei litri di acqua al giorno (unico liquido consentito) ma, anche quella, era bollente». Tanti gli apprezzamenti che i fans gli hanno scritto sui social come quello dell’attrice Manuela Arcuri, testimonial di un negozio d’arredamento al Conca d’Oro, che è passata a trovarlo per augurargli il suo «in bocca al lupo». Ma c’era anche chi non ha gradito (e non ha capito) l’impresa di Carapezza («vai a lavorare» gli hanno scritto in tanti). E chi, con un pizzico di cattiveria, ha apparecchiato la tavola mangiando lasagne davanti a lui, digiuno da giorni.