Gds: “Palermo, l’impero coi soldi di Cosa nostra. Tolti 26 milioni a un imprenditore”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’impero economico confiscato alla mafia.
Un impero economico viene confiscato per mafia. Nel mirino è finito il patrimonio di Rosario Castello di 76 anni, imprenditore specializzato nella vendita di auto che, secondo l’accusa, sarebbe legato a doppio filo con i boss di Brancaccio e della Kalsa. Un tempo titolare della Zeus Car (con sedi prima in via Messina Marina e poi in viale Regione Siciliana), concessionaria che si occupa anche dell’importazione di marchi prestigiosi e vetture di lusso, Castello, originario di Villabate, avrebbe messo a disposizione dei capimafia i suoi locali anche per incontri riservati.
Il provvedimento di confisca, firmato da giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale su richiesta dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia, è divenuto definitivo in seguito a una sentenza della Corte di Cassazione. A eseguirlo sono stati gli investigatori delle fiamme gialle, che hanno condotto l’indagine patrimoniale sul conto dell’imprenditore, già condannato con sentenza passata in giudicato per concorso esterno in associazione di stampo mafioso.
Nel dettaglio sono stati confiscati quattro fabbricati commerciali (tre a Villabate, in via Pomara, via Giulio Cesare e via Walter Tobagi, e uno in via Regione Siciliana), due ville di pregio nel complesso residenziale di «Città Giardino», 15 rapporti bancari e finanziari, il compendio aziendale di tre società e il relativo capitale sociale (a parte la Zeus Car c’è l’immobiliare Castello con sede nel capoluogo in via Terrasanta). Secondo l’accusa, Rosario Castello avrebbe fornito un contributo al mantenimento ed al consolidamento dell’organizzazione criminale, procacciando sistematicamente auto pulite destinate all’utilizzo da parte di alcuni latitanti, tra i quali gli esponenti del mandamento mafioso di Brancaccio Lorenzo Tinnirello e Cristofaro Cannella.