L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni del palermitano Giuseppe Prestia, che ha conquistato la Serie B con la maglia dell’Alessandria:
«Inseguo la promozione da quattro anni e finalmente ci sono riuscito, ora penso a fare questo campionato di B con l’Alessandria, qui sto benissimo. È una bella soddisfazione, perché da tanti anni la società ci prova e ha finito spesso con l’amaro in bocca, tra campionati chiusi secondi a parità di punti con la prima o play-off persi, pure in finale. Il presidente da tempo investe e fa squadre al top per andare in Serie B, quest’anno finalmente ci siamo riusciti. Per me è una soddisfazione doppia perché l’ho ottenuta da capitano».
«Il Girone A, secondo me, a livello di giocatori e di qualità ha poco da invidiare al Girone B e al Girone C, c’è gente che tecnicamente è sopra la media. Guardate la Juventus U23, che magari con un po’ più di esperienza avrebbe potuto lottare per vincere il campionato.
Ma lo stesso vale per il Como o l’Albinoleffe. Poi, i play-off lo hanno dimostrato».
«Questa è una categoria molto difficile, serve programmazione e non pensare di vincere facendo la squadra forte per un anno.
Ci vuole un allenatore che conosca bene la categoria, qui il nome da solo non serve. Ci vogliono giocatori che corrano, he si attacchino alla maglia. A volte il nome, in Serie C, serve a poco. I giocatori bravi servono, certo, ma quelli che corrono di più.
La storia dice che in questa categoria vince chi corre più degli altri. Sì, ci speravo in uno scontro col Palermo. Avevo voglia di tornare al “Barbera”, è uno stadio che reputo mio, ma a mio modo di vedere è passata la squadra migliore nei play-off. L’Avellino si è mostrato migliore del Palermo, però da parte mia la voglia di tornare da avversario c’era».
«Cosa manca al Palermo per fare il salto? Bisogna vedere cosa intende fare la proprietà. Sicuramente c’è gente che ha fatto calcio anche a livelli superiori, come Sagramola e Castagnini. Probabilmente quando hanno preso Boscaglia si aspettavano qualcosa in più, ma la scelta sembrava essere quella giusta, dato che parliamo di un allenatore che ha già vinto in questa categoria. La squadra è una buona squadra di C, probabilmente è mancata qualcosa in attacco».