L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo formato trasferta, che adesso non ha più paura.
Una scalata costruita… in trasferta. Sembra un paradosso, ma non lo è. Il Palermo che faticava a fare risultati lontano dal «Barbera» è riuscito ad avvicinarsi alla vetta proprio grazie ai punti ottenuti in campo nemico. Era necessario sbloccarsi in casa d’altri per sperare in una rimonta e già nel giro di due settimane si iniziano a raccogliere i primi frutti.
Merito anche del calendario: le prime due vittorie esterne dei rosanero sono coincise con le prime due sconfitte in campionato del Bari. Quando i pugliesi cadevano sul campo della Virtus Francavilla, la squadra di Filippi poneva fine al tabù esterno espugnando Vibo Valentia. Contro la Fidelis Andria, invece, il Palermo già sapeva dello scivolone barese della sera prima, in casa della Juve Stabia. Una motivazione in più per cercare quel bis esterno che mancava da sette mesi.
Sei punti a zero, che bastano da soli a spiegare il terreno recuperato. Partiva da -10, il Palermo, rispetto al Bari. Questo era il distacco all’indomani del tonfo di Torre del Greco, quel 3-0 in favore della Turris che oggi rappresenta l’ultima sconfitta esterna dei rosanero in campionato. Non in stagione, perché nel mezzo c’è l’eliminazione dalla Coppa Italia di C per mano del Catanzaro.
Un risultato che aveva riacceso parzialmente la delusione in alcuni tifosi, dimenticando però il cammino intrapreso in classifica nelle ultime giornate. E se oggi il Palermo ha agguantato il gruppo delle seconde, dove non si trovava dalla seconda giornata, lo deve proprio al rendimento esterno avuto nel corso dell’ultimo mese. Un percorso netto, per quanto il campione di partite sia estremamente ristretto.