Gds: “Palermo. Le due facce della città tra disciplina e divieti ignorati. Alla Vucciria qualcuno si incontra anche per un brindisi”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulla Palermo a doppio volto. Fa un certo effetto mettersi in macchina in un’ora di punta, a mezzogiorno, fare un lungo giro per la città senza essere fermato da una pattuglia, da un posto di blocco. A dire il vero, indisturbato, c’era anche un gruppo che alla Vucciria brindava con una bottiglia di birra ghiacciata che sgorga via in un secondo dentro quattro bicchieri. Ritmo lento, niente mascherine, nessuna frenesia. Poco più sotto, sempre in via Maccheronai, taverne e bar chiusi, serrata anche la bancarella che vende ninnoli. Ma un gruppo di persone staziona davanti al panificio e alla bottega di frutta e verdura. Insomma, c’è vita alla Vucciria. Forse un po’ troppa, viste le circostanze. Via Pignatelli Aragona, piazza San Francesco Di Paola, via Goethe: la percorrenza è da record assoluto: meno di un minuto e sei arrivato. Un posto che riesce a mantenere le doppie file ai tempi del coronavirus (anche questo è un record, non c’è che dire) è la via Papireto. La città pulsa di vita, in una parte più e meno altrove. In certi posti obiettivamente con un eccesso di presenze che meriterebbero maggiore controlli. Che non si vedono con la intensità promessa. C’è chi non si arrende. Ignazio, il fruttivendolo-ciclista di via Imera, dopo sette giorni di chiusura, ha riaperto i battenti. «Ora basta», ha detto. Nastro rosso di sicurezza per mantenere la distanza, bigliettini elimina code, guanti e mascherine. Ma col mercato ortofrutticolo chiuso è tutto più difficile. Si rammarica: «Mai avuto un negozio con così poca merce». Ma lui si è messo in moto alle 3 e mezzo della notte per raccattare quel poco che ha trovato per i suoi clienti dalle zone vicine: Ficarazzi, la Bandita, Bagheria.

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Redazione Ilovepalermocalcio