L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle buche per le strade di Palermo.
Un buco sulla strada solitamente è anche un buco nel bilancio del Comune. Perché non si ha idea del contenzioso che dalla mancanza di manutenzione stradale produce. Cause in serie, richieste di indennizzo continue. Insomma, una voragine. Il ritmo delle richieste di risarcimento è di duemila all’anno, più di cinque al giorno. A fine del 2023, una nota del dirigente dei Lavori pubblici, Francesco Trapani, dirigente ad interim dell’Ufficio Sinistri, parlava di «un arretrato di 452 sentenze di condanna da liquidare mediante riconoscimento del debito fuori bilancio derivante dalla sentenza».
Cioè parlava di delibere non istruite e non avviate all’approvazione per mancanza di personale per un organico ridotto all’osso. Di più, Trapani cerca aiuto per «soluzioni organizzative e procedimentali che consentano di contenere l’inarrestabile flusso di sentenze di condanna».
La situazione è grave, pesante, quasi insostenibile sotto il profilo finanziario. Ed è un cane che si morde la coda perché la mancanza di una diffusa manutenzione causa incidenti che creano contenziosi e fanno nascere debiti fuori bilancio. Per l’evasione dell’arretrato, Trapani aveva proposto l’utilizzo di «almeno 10 funzionari amministrativi al fine di estinguere entro il 2024 i 450 debiti già formatisi in seguito a sentenze e che ammontano a 6 milioni».