L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sui funerali del giovane Gabriele, morto in un incidente stradale nei giorni scorsi a Palermo.
Il dolore, certo. La rabbia, inevitabile. I ricordi e le lacrime, fiumi in piena. Quello che però si avvertiva di più ieri pomeriggio, al Don Bosco, in mezzo a chi ha voluto bene nella sua breve vita terrena a Gabriele Aserio, era un soffocante senso di smarrimento, quasi totalizzante nella sua forca. Una sensazione dovuta agli sguardi dei tantissimi giovani presenti, minorenni o maggiorenni da poco, che gridava «ma cosa ci facciamo qui?».
Normale, certo, ma anche irreale e ingiusta come solo la morte di un ragazzo di 17 anni può essere. Ma l’ultimo saluto a Gabriele, morto nella notte tra venerdì e sabato in un terribile incidente stradale in viale Strasburgo mentre era in sella ad uno scooter, è stato anche tanto altro: una celebrazione tenera e straziante allo tempo tempo, sul racconto della esistenza di questo giovanissimo, che ha trovato il tempo di lasciare il segno.
È stato anche un addio drammatico ma composto, come lo sono stati, per tutti il tempo, i genitori, papa Antonio e mamma Rita e i fratelli Ganfoldo e Antonino, tutti straordinari nel riuscire quasi a dare loro forza agli altri, negli ab-bracci e nelle strette di mano alle migliaia di persone che hanno partecipato al funerale.