Gds: “Palermo, la tragedia del bimbo e della mamma”

Ne l l’incidente sulla Palermo-Sciacca ferita non gravemente anche una ventunenne incinta: tornavano in piena notte a San Giuseppe Jato

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla tragedia della Palermo-Sciacca con mamma e figlio che hanno perso la vita.

Un tragico incidente stradale sulla statale 624, nota come la “strada della morte”, ha devastato la comunità di San Giuseppe Jato. Due persone hanno perso la vita: un bambino di soli 16 mesi, Abd Rahim Gharsalla, e la sua zia ventenne, Selma El Mouakit, entrambi di origine marocchina. Miriam Janale, la madre del bambino e conducente del veicolo, è attualmente in coma farmacologico all’ospedale Civico, con il rischio di un’emorragia cerebrale. Anche Chiara I., ventunenne incinta, era nell’auto e ha riportato ferite, ma non è in condizioni gravi.

L’incidente è avvenuto all’altezza dello svincolo per Giacalone, quando la Fiat Punto guidata da Miriam ha colpito il guardrail. Le tre ragazze erano di ritorno a casa dopo una serata trascorsa in città e il piccolo Abd Rahim era con loro. L’impatto è stato talmente violento che Selma e il bambino sono stati sbalzati fuori dall’auto, risultando fatale per entrambi. I soccorritori del 118, arrivati sul luogo, non hanno potuto fare nulla per salvarli.

Le indagini preliminari indicano che un elevato tasso alcolemico riscontrato sulla guidatrice potrebbe essere stato la causa della perdita di controllo dell’auto. I carabinieri di Monreale stanno conducendo ulteriori verifiche e ascoltando testimonianze per chiarire ulteriormente le dinamiche dell’incidente. Nel frattempo, la strada è stata chiusa e poi riaperta al traffico dopo i rilievi necessari.

La famiglia di Selma, perfettamente integrata nella comunità locale, è molto conosciuta e rispettata. Il sindaco di San Giuseppe Jato, Giuseppe Siviglia, ha espresso il suo profondo cordoglio, sottolineando come l’intera comunità sia in lutto per questa tragedia.

Le salme delle due vittime sono state consegnate ai familiari e portate in una casa popolare di San Cipirello per la preparazione del rito funebre islamico. Si attende l’autorizzazione del consolato per trasferire le salme in Marocco, dove verranno officiati i funerali.