Gds: “Palermo, la terra franata è rifiuto speciale: e resta in strada”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla terra franata a Palermo che viene considerata un rifiuto speciale dalla Rap.

Il fango venuto giù dalla montagna appena la scorsa settimana dopo le prime piogge è rimasto lì, sul ciglio della strada di via Grotte a Partanna, dove in un giorno da incubo aveva preso le minacciose sembianze di un fiume in piena carico di melma. È stato spalato e messo da parte, sempre sull’asfalto, neppure in appositi cassoni perché è un tipo di rifiuto speciale e, prima di capire come e dove smaltirlo, deve essere classificato.

Il paradosso: da domani il bollettino meteo torna a fare scattare l’allerta pure su Palermo e quel fango accatastato alla buona potrebbe essere trascinato da vento e nubifragi e scivolare di nuovo in strada. Assieme al nuovo carico, naturalmente. Acqua, terra, tronchi di alberi e massi in discesa libera su case e villette, su cancellate portate via in un attimo e su residenti intrappolati dall’alluvione, poi liberati dai vigili del fuoco che avevano dovuto usare perfino i canotti per l’evacuazione. Da lì al litorale, alla vicina Mondello che sembrava la laguna di Venezia: ora quell’incubo potrebbe ripetersi in fotocopia. Ottavio Zacco, di Sicilia Futura, ha vissuto in diretta i disagi e i salvataggi di quella sera e ora lancia l’allarme.

«Ancora una volta ho registrato l’assenza della Protezione civile del Comune – dice il consigliere – Invece di occuparsi del rischio idrogeologico, fare riunioni tecniche per capire come tamponare il problema, continua a fare riunioni per la fiera dei Defunti. In questi giorni è venuto fuori che l’impianto per lo smaltimento delle acque bianche di via Polibio (strada dove arrivano le acque dalla montagna) sono collegate ad una vasca. Siamo seriamente preoccupati per quello che potrebbe accadere».