L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su una taverna a Palermo in cui si spacciava.
La base operativa dello smercio di droga era stata allestita in una taverna di Altarello usata anche come ritrovo da un gruppo di ultras rosanero. La fiorente attività di smercio di cocaina, crack, hashish e marijuana è stata ricostruita passo dopo passo dai carabinieri della compagnia di Monreale che ieri mattina hanno messo a segno un blitz per eseguire sette misure cautelari: due in carcere, quattro ai domiciliari e un obbligo di dimora e di presentazione alle forze dell’ordine.
Nel procedimento battezzato «Altarello» ci sono altri sei indagati. Le accuse. contestate nel provvedimento dal gip Rosario Di Gioia in accoglimento delle richieste dei magistrati della procura, sono a vario titolo di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, tentata estorsione e furto in abitazione. C’é un profilo dell’inchiesta, che costituisce il seguito dell’operazione “Panaro” contro lo spaccio a Boccadifalco che nel luglio scorso aveva consentito l’arresto di 4 persone che sembrerebbe ricondurre a collegamenti con esponenti di Cosa nostra non solo per le grosse forniture di sostanze ma anche per la storia della richiesta di danaro compiuta da un personaggio vicino ai boss di Santa Maria di Gesù per il pagamento di alcune partite di droga. A detta dell’autore della richiesta. il credito vantato sarebbe dovuto servire a sostenere le spese per il sostentamento dei detenuti del mandamento.