Gds: “Palermo. La ribellione contro il pizzo. Venti fermi al Borgo Vecchio”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sul blitz al Borgo Vecchio.
Commercianti e imprenditori parlano e denunciano gli estorsori che chiedono «regali per i carcerati», soldi a Natale ed a Pasqua, o magari pranzi gratis in trattoria.
Una novità per il quartiere, enclave ad altissima densità mafiosa a due passi dai negozi di lusso di via Libertà e pure una buona notizia per la città.
Venti i fermi disposti dalla direzione distrettuale antimafia ed eseguiti dai carabinieri del comando provinciale, un’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca nata proprio con le dichiarazioni delle vittime del racket, in tutto 18 su 22 coloro che hanno parlato, ma che poi ha riguardato anche tanti altri aspetti.
Come il controllo della feste di piazza al Borgo, la vicinanza degli ambienti mafiosi ad alcuni cantanti neo melodici, la gestione del traffico di droga ed il ruolo di Cosa nostra nelle beghe tra tifosi rosanero.
A capo della cosca del Borgo ci sarebbe stato uno dei tanti mafiosi
scarcerati, Angelo Monti uscito dalla cella tre anni fa e subito tornato a
guidare il clan.
Scoperti anche i presunti «colonnelli» del capomafia: il fratello, Girolamo Monti, anche lui arrestato nel 2007 e Giuseppe Gambino, già condannato per mafia, che secondo le indagini teneva la cassa della famiglia, e faceva da tramite tra i vertici e il gruppo operativo. Gli «esattori» del pizzo erano Giovanni Zimmardi, Vincenzo Vullo e Filippo Leto. Un altro nome importante è quello di Jari Massimiliano Ingarao , figlio di Nicola, il boss di Porta Nuova assassinato in un agguato il 13 giugno 2007 dai sicari di Salvatore Lo Piccolo.
Tutti i fermati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, traffico di droga, danneggiamenti e anche un tentato omicidio, pure questo scoperto grazie ad una intercettazione.