L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’odissea del bimbo di 4 anni investito da un monopattino a Palermo.
Lo sguardo è stanco, spossato dal viaggio nei meandri degli ospedali e dai tanti ostacoli incontrati per una semplice ingessatura. Mentre sfoga e racconta più dettagliatamente quella domenica trasformatasi in un vero e proprio incubo, raccontata dal Giornale di Sicilia, Lucrezia Notarbartolo, mamma del piccolo di quattro anni investito da un monopattino pirata nell’area pedonale di piazza Sant’Anna, butta più di uno sguardo alle telecamere di video sorveglianza.
«Sono tante», commenta mentre si assicura che l’occhio elettronico possa effettivamente aver ripreso quell’angolo in cui la coppia a bordo del velocipede ha impattato con suo figlio facendo poi perdere le proprie tracce. Ma «non voglio che si crei un linciaggio mediatico – sottolinea con forza Notarbartolo – non esiste alcun mostro, soltanto dei ragazzi spaventati che hanno compiuto l’errore di andare via.
Certo devono assumersi le proprie responsabilità, ma non esistono mostri». Nelle sue parole c’è una rabbia posata, di chi ha ormai passato la tempesta e adesso spera soltanto negli esiti positivi delle indagini partite a seguito della denuncia sporta alla polizia di Stato. In generale, la convivenza tra pedoni e monopattini non va per il meglio: «Non sono contro i monopattini – dice – che rappresentano una soluzione ecologica e funzionale, ma come tutte le cose vanno regolamentate. Sono stati messi in circolazione dandoci un po’ il senso di onnipotenza, non hai oneri, doveri o limiti e questo è il risultato. E poi – prosegue – esiste una ordinanza ma che conoscono in pochi».