L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sull’operazione Resilienza 2, che ha inflitto un duro colpo alle famiglie mafiose del Borgo Vecchio. Ecco quanto riportato dal quotidiano:
“Magliette sciarpe e bandiere strappate e rubate dai tifosi del Nola. Un atto predatorio che aveva colpito i club ultras al cuore e l’offesa andava lavata con il sangue delle botte da orbi. “Ieri è finito nella rete dei carabinieri pure Giuseppe D’Angelo, 27 anni, soprannominato Balzaretti, che era sfuggito alla cattura, mentre manca ancora all’appello Salvo Lavardera, che risiede in Belgio e per il quale è scattato un mandato d’arresto europeo. Tra i 14, Salvatore Buongiorno, Gianluca Altieri, Carmelo Cangemi, Francesco Cinà, Saverio D’Amico, Nicolò Di Michele, Davide Di Salvo, Vincenzo Marino, Pietro Matranga, Francesco Mezzatesta, Emanuel Sciortino, Giuseppe Pietro Colantonio, Tommaso Lo Presti, Sesto Terrazzini, Gaspare Giardina, Giovanni Giordano, Marilena Torregrossa e Abdellatif Laachoubi”.
“Secondo quanto emerge nell’ordinanza emessa dal Gip Filippo Serio, il 27 ottobre 2019, in occasione dell’incontro di calcio Nola-Palermo per il campionato di serie , circa 250 tifosi avevano raggiunto la cittadina campana a bordo di 5 pullman. Il bus del club di Giovanni Giordano, detto Johnny, era stato bloccato proprio prima di arrivare allo stadio da un gruppo di supporters nolani che, minacciando i tifosi rosanero, si erano fatti consegnare magliettine, bandierine e sciarpe, poi esibiti come cimeli e “bottini di guerra” dagli spalti durante la partita. L’affronto subito dal gruppo era così diventato un problema di tutta la curva nord del Palermo. Infatti, in maniera compatta, i vari club avevano cercato di trovare l’occasione propizia per mettere a segno un agguato ai nolani, nel corso di una delle trasferte siciliane dei tifosi campani. La prima occasione, sfumata solamente per una casualità, si era presentata il 12 gennaio del 2020 in occasione del rientro dei nolani dalla trasferta a Marsala. Un numeroso gruppo di ultras rosanero avevano atteso il passaggio dei pullman in viale Regione siciliana, pronti a rendere la pariglia. Ma il semaforo pedonale era scattato in anticipo sui tempi calcolati e addio resa dei conti. «Eravamo una quarantina buoni! Non decidi tu… decide la sorte! Ogni due minuti scatta il semaforo rosso, non è più né con il bottone né con le macchine. C’era il delirio! L’hanno visto che eravamo là, beffati due volte….»”.
“Accesso facilitato per le partite, grazie alla presunta complicità proprio all’interno dell’impianto sportivo. I favoriti erano invitati a recarsi «da quello dei panini», per oltrepassare la prima barriera grazie ad una persona robusta. Giorgio Mangano, secondo la ricostruzione degli inquirenti, si sarebbe vantato con un amico al telefono di come avesse oltrepassato l’ingresso allo stadio spintonando l’addetto, dicendogli «sono del Borgo, levati e l’ammuttavu e passavu». Aggiungeva poi di essersi fatto la foto con tutti i giocatori «e chi lo può fare….». Non solo
ingressi clandestini, ma anche il cambio di settore a persone che avevano comprato i biglietti. Un amico, per esempio, che doveva andare in curva ma poi aveva deciso di portare con sé il figlioletto e voleva un posto più sicuro in tribuna. Ovviamente, non c’era alcun problema: «Mi chiami e ti faccio passare»”.