L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sull’allarme Coronavirus a Palermo. Anche il Comune ha dovuto «tarare» sul proprio territorio tutte le decisioni prese dal governo che ha chiuso pub, discoteche, centri sportivi, palestre; impedito funerali e matrimoni con invitati. La declinazione in chiave palermitana dei divieti fino al 3 aprile è stata progettata ieri mattina nel corso di una riunione tenuta a Palazzo delle Aquile. Il sindaco, Leoluca Orlando, ha diffuso un messaggio con cui invita i cittadini a prendersi cura di «se stessi e degli altri». Ha anche chiesto di «restare a casa». Sostiene che è «importante la collaborazione fra tutte le istituzioni. Attivati servizi aggiuntivi per i cittadini. La macchina del Comune – assicura – è in funzione 24 ore al giorno. Ma se il contagio si allarga il nostro sistema sanitario non reggerà, per questo bisogna evitare feste, iniziative, assembramenti». Orlando ha fatto un appello a tutti coloro che hanno parenti o affetti al nord: non devono rientrare. «Anche io – ha specificato – ho chiesto ai miei parenti di restare in Lombardia». Sospese le cerimonie legate alle celebrazioni di esequie e sposalizi. Per il caro estinto il divieto di assembramento vale anche nella cappella dei Rotoli e nelle chiese degli altri camposanti. Tumulazioni in forma strettamente privata. I matrimoni già fissati presso locali comunali si svolgeranno unicamente in presenza degli sposi, dei testimoni e del personale. Interrotte le attività nelle seguenti strutture: stadio delle Palme «Vito Schifani», piscina comunale, PalaOreto, PalaMangano, palestra di Borgo nuovo. Le gare potranno svolgersi a porte chiuse su autorizzazione della Federazione sportiva di appartenenza, d’intesa con le autorità sanitarie competenti. Per le strutture private «lo sport di base e le attività motorie in genere sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro». Sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche. La violazione del divieto comporta la sospensione dell’attività. I ristoranti possono proseguire l’attività con l’obbligo, a carico dei gestori, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. La violazione della prescrizione comporta la sospensione dell’attività. In negozi e mercati si può entrare con modalità contingentata per evitare assembramenti e rispettando la distanza di un metro fra le persone.