L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle parole di Dario Mirri rilasciate in occasione della presentazione del Palermo femminile.
C’ è un Palermo che gioca due partite. Una in campo, dove domenica affronterà in trasferta il neopromosso Monterosi, l’altra in tribunale, dove sta proseguendo la querelle tra Mirri e Di Piazza per la liquidazione del 40% delle quote di quest’ultimo, che a giugno ha reso effettivo il diritto di recesso. Non è la sola questione societaria in ballo: da Hera Hora, controllante del Palermo, si è dimesso il presidente Daniele Mirri, a sua volta sostituito dal commercialista Enrico Pierfrancesco Muscato, mentre al posto di Di Piazza è stato nominato l’avvocato Stefano Monasteri.
Tutte questioni su cui Dario Mirri, ospite alla presentazione della nuova stagione del Palermo femminile, ha preferito non soffermarsi troppo, specialmente in merito alla liquidazione della quota di Di Piazza e alla perizia depositata dai legali dell’italo-americano, che basandosi anche sulla valutazione effettuata da Pricewaterhouse Coopers hanno stimato un valore di 11,9 milioni di euro: «È un tema che riguarda più gli avvocati, loro faranno le loro considerazioni e non mi sembra corretto aggiungere qualcosa. È evidente, i numeri parlano da soli». Questo contenzioso potrebbe rallentare le operazioni di cessione della società: «Spero di no – prosegue Mirri – soprattutto per il Palermo». Il futuro del club resta in mano alla banca d’affari Lazard, incaricata di trovare un possibile acquirente: «Non sarò capace di sgombrare il campo dalle illazioni – ribadisce Mirri – da cinque mesi stiamo lavorando con Lazard per individuare il soggetto migliore possibile. Ci vuole del tempo per fare le cose per bene, stiamo facendo di tutto e questa è l’unica certezza che posso dare».