L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Gianluca Angelini, comandante del nucleo che ha coordinato l’inchiesta “Riposi Amari”, relativa alla casa di riposo degli orrori in via Emerico Amari: «Non è stato semplice documentare ogni giorno, per diverse settimane d’indagine, quello che avveniva all’interno della casa di riposo. È stato devastante vedere la crudeltà degli indagati verso gli anziani, privati della loro dignità. Non era concesso loro andare al bagno, potersi lavare. La negazione da parte degli indagati di questi diritti fondamentali era sottolineata da un godimento agghiacciante. Gli anziani invocavano la morte come mezzo di liberazione o compivano atti di autolesionismo. C’è stato un evento che ha accelerato le investigazioni. Venerdì scorso una degente è andata alla finestra del balcone, l’ha aperta, ha messo la gamba oltre la balaustra facendo il gesto di volersi buttare sotto. Non potevamo più aspettare. Ringrazio la procura e l’ufficio del gip perché dall’installazione delle telecamere all’esecuzione del provvedimento sono passati poco più di due mesi. Un tempo molto contenuto».