L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulla baby-modella costretta a prostituirsi dai manager Pampa e Vicari.
La ragazza aveva 15 anni, e dopo una sosta in un bar di Capaci per un aperitivo, fu condotta in un grande parcheggio isolato, dove si consumò il rapporto. In cambio le furono dati 50 euro.
«Pampa e Vicari – secondo il giudice Pilato – hanno strumentalizzato la lecita attività aziendale della agenzia Vanity Models conducendo una parallela, sottostante – e spregevole – attività criminale di induzione e sfruttamento della prostituzione, allettando aspiranti modelle, spesso minorenni, con la prospettiva di un facile guadagno e di un agognato inserimento nel circuito della moda e del jetset».
Ecco cosa dice Pampa a una ragazza durante un colloquio telefonico: «Ma vero le mascherine vi state mettendo? Ma state scherzando? Me la fai una foto… Ora sto coso in tutto il mondo sarà… siamo nella cacca… facciamo l’amore il prima possibile. Quando dici tu ce ne andiamo al centro benessere». Il riferimento al sesso è esplicito: «Vengo e ti do la supposta. È un po’ grossa però. Ci andiamo piano piano, così non ti fai male». E ancora: «Posso parlare vastaso? Amore, ho voglia di sbatterti, perché non ti fai sbattere da me… Qua sta andando a finire che io pago e gli altri ti trombano, c’è qualcosa che non va». «Io non ce la faccio più, voglio fare l’amore con te, dico io, ogni tanto pensami, vai in bagno, mi mandi qualche video – dice Pampa a un’altra ragazza -. Amore, mi stai tradendo troppo tu a me, noi due non facciamo l’amore già da un bel po’ di tempo, ti devo sottomettere di nuovo. Tu mi ami ancora? Hai fatto l’amore? Quando? Con chi, vita? Con chi mi tradisci ancora? Con tanti, vero?».