L’edizione odierna del Giornale di Sicilia si occupa della dura presa di posizione degli industriali di Palermo, attraverso una lettera aperta.
Dopo le denunce dell’imprenditore coraggioso e gli arresti della guardia di finanza alla Vucciria, dagli industriali arriva una lettera aperta per ribadire
con fermezza la volontà di continuare «a sostenere gli imprenditori in difficoltà, facendolo a bassa voce – scrivono Alessandro Albanese e
Giuseppe Todaro, rispettivamente presidente di Sicindustria e delegato alla Legalità -. Lo faremo pure adesso. E al costruttore della Vucciria siamo pronti a dare tutto l’aiuto possibile».
La lettera prosegue: «Ma voi ve lo ricordate il pub di Ballarò? Vi ricordate i giorni delle denunce per il racket in centro? Vi ricordate le decine di imprenditori che per la prima volta rompevano il muro dell’omertà nelle zone industriali della città e anche di Carini, Termini Imerese? Le
retate di Bagheria, le intimidazioni a due passi dal Politeama? Vi ricordate se in tutti questi anni gli industriali della città hanno emesso proclami sui gloriosi successi contro il racket?
Non molto per la verità. Perché bisogna distinguere due piani; quello dei virgolettati dati alle redazioni per
un posto nella luminosa vetrina mediatica. E poi c’è il piano dei fatti e del silenzio. I fatti sono quelli che spesso ci vedono protagonisti, anche se nessuno lo sa. I fatti sono il sostegno, la riservatezza assoluta, la discrezione con cui noi accompagniamo gli imprenditori dalle forze dell’ordine. I fatti sono anni e anni di collaborazione sotto traccia con gli inquirenti e con le associazioni antiracket (quelle vere), per liberare le imprese dal giogo delle estorsioni. Senza virgolettati».