Gds: “Palermo, incubo Coronavirus. Caos mercati, si ferma l’ortofrutticolo”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sul caos dei mercati palermitani. Il mercato ittico abbassa la saracinesca fino a data da destinarsi per richiesta degli stessi commissionari: non c’è attività, nessuno che compra al dettaglio. Meglio fermarsi. Per l’ortofrutticolo, invece, è stata disposta coattivamente una chiusura per altri due giorni a partire da oggi, per l’impossibilità dimostrata di potere garantire le norme a difesa del contagio da coronavirus. La gestione dell’ortofrutticolo in una situazione di emergenza è (quasi) impossibile. Non sono bastate le guardie giurate, l’impegno dell’associazione dei commissionari, le pattuglie della polizia municipale, l’allarme sanitario in sé, tutto questo non è stato sufficiente a tenere in ordine l’orda di commercianti abusivi che ha scatenato il parapiglia. Sostanzialmente un assedio di decine e decine di piccoli ambulanti e compratori di frutta e verdura che hanno rotto i debolissimi «argini» e dalla notte è stato il caos. Con la pattuglie dei vigili urbani che ha dovuto faticare non poco subendo anche la veemente protesta di chi sperava di entrare. Tanto che le operazioni mercatali sono state sospese d’autorità – era presente il comandante della polizia municipale, Vincenzo Messina – alle 7. Sostanzialmente, ingressi contingentati, accesso garantito solamente ai possessori di Partita Iva, garanzia della distanza interpersonale di almeno un metro durante le operazioni, servizio di sorveglianza. È crollato tutto in meno di mezz’ora. Sotto la spinta eccessiva di troppe persone che reclamavano ciascuno di potere caricare la merce che avrebbe dovuto rivendere, anche chi in tasca (e sono molti) non ha alcuna autorizzazione per stare là dentro. «Con questa decisione hanno vinto gli abusivi – si difende Alberto Argano, presidente dell’associazione dei commissionari e commercianti ortofrutticoli -. Non è stato garantito quello che invece doveva essere garantito: non potevamo essere noi a chiedere alle persone se avessero i documenti a posto. Non ne abbiamo l’autorità. Questo è un compito che sarebbe toccato al Comune. Noi ci siamo messi a disposizione – conclude Argano – per fare informazione, per stampare opuscoli esplicativi, per agevolare la fluidità delle manovre commerciali all’interno. Ma su tutto il resto, non ci sentiamo di avere alcuna responsabilità».