Gds: “Palermo, impianti sportivi fantasma. E l’agibilità resta un miraggio”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla della situazione degli impianti sportivi a Palermo. Lo stadio «Renzo Barbera», la piscina comunale, lo stadio delle Palme? Sulle carte del Catasto non esistono. Ma lo stesso vale per costruzioni più recenti come il velodromo, mentre PalaMangano e PalaUditore appaiono anche se il loro accatastamento non è stato definito. Il problema non riguarda soltanto le strutture sportive ma tante proprietà del Comune. È successo che fino ad una ventina di anni fa non c’era bisogno di dichiarare al Catasto gli immobili comunali, poi è diventato obbligatorio, ma di fronte a molte centinaia di potenziali pratiche, si è intervenuto con lentezza e molto è rimasto fuori. Una situazione comune ad altre città e che porta i suoi inconvenienti. A Roma un impianto sportivo su cinque è in queste condizioni, a Terni quasi metà compreso lo stadio Liberati di calcio, a Rovigo nove campi. Gli impianti a Palermo sono funzionanti e sicuri ma per la mancanza del certificato catastale non possono ricevere una agibilità di base definitiva ma al massimo della durata di un anno. Cosa che fa restare nella precarietà tutto lo sport palermitano. Inoltre sorgerebbero problemi se si volesse dare un impianto in concessione o in affitto; impossibile la vendita. L’ultimo caso – scrive il quotidiano – è quello del PalaOreto. La mancanza di due sensori antincendio sul tetto ha costretto la Pharmap, capolista in B maschile di pallavolo, a giocare le prime quattro partite casalinghe senza pubblico. L’agibilità è stata concessa il 18 dicembre e durerà fino al prossimo luglio. «Siamo riusciti a montare i sensori – racconta il presidente Giorgio Lo Canto – grazie a una ditta di edilizia acrobatica perché il Comune non possiede mezzi per arrivare ai 25 metri di altezza del tetto con mezzi che non rovinano il parquet. In questa vicenda ho scoperto che questo come tanti altri impianti non è regolarizzato dal punto di vista catastale. La palestra poi rimane senza riscaldamento/raffreddamento. Adesso speriamo che non si pensi alla nuova agibilità tre giorni prima della scadenza». Anche in piscina l’agibilità annuale è arrivata solo pochi giorni prima dell’esordio del Telimar in serie A maschile di pallanuoto. «Anche se la piscina una fosse accatastata – dice il presidente Marcello Giliberti – l’agibilità resterebbe in bilico, perché i problemi vengono affrontati in modo provvisorio e la commissione di vigilanza tornerebbe a trovare situazioni non conformi e a prescrivere interventi». Lo Canto e Giliberti, rispettivamente presidente e vice di Palermo al vertice, il consorzio che raggruppa i maggiori club sportivi palermitani, hanno aperto con il vice-sindaco Fabio Giambrone un tavolo tecnico per affrontare questi problemi. «È servito – dice Giliberti – per i temi urgenti ma adesso bisogna che il Comune lasci la logica del provvisorio per imboccare la strada della programmazione e verificare per tempo cosa serve all’impianto per restare aperto al pubblico. È ciò va esteso al personale. Perché adesso il problema è stato risolto con uno stanziamento per gli straordinari che ci permetterà di chiudere i campionati ma si ripresenterà nuovamente. Serve una disponibilità senza riserve del personale a restare al lavoro nei giorni festivi, in cui lo sport celebra le partite, o dopo le ore 22, in cambio di indennità per il lavoro prestato». «Il Comune – dice Fabrizio Mantia, presidente della Green basket di B maschile – ci ha costretti a diventare architetti e ingegneri per occuparci dell’ovvio, ovvero che paghiamo in cambio di usufruire di un campo di gioco. In altre città le società di punta sono maggiormente sostenute dal Comune. Ogni stagione siamo abituati a restare con il fiato sospeso per l’agibilità e per tutto il resto. Ho incontrato un potenziale sponsor multinazionale che potrebbe sostenere la salita del nostro club in serie A ma vuol sapere quando sarà pronto il palasport da seimila posti e una risposta non c’è. Bisogna uscire dalla cultura del lasciare le cose come stanno e fare scelte decise».