L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla ancora del delitto Burgio.
Un Rolex misterioso, tanti contanti, un iPhone. Molto lusso per un disoccupato come Emanuele Burgio. Affiorano sempre nuovi dettagli sull’agguato alla Vucciria che ieri ha registrato una novità importante.
Uno degli arrestati ha rinunciato al tribunale del Riesame. È Giovan Battista Romano, il figlio di Domenico e nipote di Matteo, colui che secondo la ricostruzione degli inquirenti ha portato la pistola calibro 9 sul luogo del delitto. E sempre lui avrebbe passato l’arma allo zio Matteo che prima l’ha presa con la sinistra e poi l’ha impugnata con la destra, facendo fuoco a ripetizione contro Emanuele Burgio.
Tra Burgio ed i Romano c’era un vecchio rancore per un banale incidente stradale.
Che in realtà non si può nemmeno definire tale, dato che Giovan Battista Romano sarebbe stato sfiorato dallo specchietto della suv Mercedes in uso a Burgio del valore di oltre 60 mila euro. Una macchina da ricchi per un disoccupato come era lui, dato che la trattoria di famiglia, «Zia Pina», era chiusa da mesi – prosegue il quotidiano -.
Che la vittima avesse una notevole liquidità si intuisce pure dal discreto gruzzolo che aveva in tasca quando gli hanno sparato: 1340 euro, con 3 banconote da 100 euro e 14 da 50 euro, e il resto a pezzi da 20 e da 10. Inoltre gli hanno trovato due cellulari, un iPhone e un Alcatel, più le chiavi di un maxi scooter Yamaha oltre a quelle della Mercedes. E per strada, sul luogo del delitto, la polizia ha trovato un Rolex. Ma di chi è non si sa.