L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle indagini chiuse in merito al “pistolero” di via La Lumia.
Si avvicina il processo per i tre principali protagonisti della rissa di via Isidoro La Lumia, culminata nella sparatoria che aveva provocato il panico tra i clienti dei locali della zona. La Procura ha notificato la chiusura delle indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio in attesa che venga fissata la data dell’udienza preliminare.
Gli investigatori avevano subito dato un nome al pistolero che, il 10 dicembre dell’anno scorso, aveva sparato da sei colpi di pistola in aria mentre si stava scatenando una gazzarra indescrivibile in uno dei luoghi più frequentati della movida. Tre giorni dopo erano andati a prenderlo a Brancaccio, ma aveva fatto perdere le sue tracce scavalcando un cancello e salendo sui tetti di alcune abitazioni e capannoni. Marco Cucina, 30 anni, pregiudicato con alle spalle diverse condanne, l’ultima delle quali per evasione, si era reso irreperibile per due mesi ma alla fine i carabinieri della compagnia di piazza Verdi lo avevano arrestato assieme a Salvatore Emanuele, 27 anni, finito ai domiciliari, mentre per Salvatore Miceli, 21 anni e incensurato, era stato disposto l’obbligo di dimora e di presentarsi ogni giorno in caserma.
Sono tutti accusati di rissa aggravata, a Cucina –difeso dall’avvocato Riccardo Bellotta – viene contestato anche il porto abusivo in pubblico di arma da fuoco illegalmente detenuta. Le indagini erano partite da un video ripreso da un balcone ma l’identit à dei tre indagati era stata confermata grazie ai filmati delle telecamere installate tra via La Lumia e via Quintino Sella, alle testimonianze dei gestori dei locali e attraverso l’analisi dei loro profili sui social network. La svolta era arrivata lo scorso 13 dicembre quando i carabinieri erano andati in via Spoto, a Brancaccio, per eseguire un decreto di perquisizione nei confronti di Cucina e di Salvatore Emanuele.