Gds: “Palermo. Il delitto Burgio alla Vucciria, i Romano restano in cella”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul delitto Burgio.
Resta in carcere Domenico Romano che, assieme al fratello Matteo e al figlio Giovan Battista, è accusato di avere partecipato all’omicidio di Emanuele Burgio, commesso nella notte del 30 maggio scorso alla Vucciria. Solo per il primo pendeva ancora un ricorso in Cassazione sulla custodia cautelare. I legali chiedevano la scarcerazione, i giudici sono stati di diverso avviso ed hanno ritenuto il ricorso inammissibile.
Anche il Tribunale del Riesame era stato di questo avviso e aveva confermato la custodia cautelare in carcere per i fratelli Romano, mentre Giovan Battista Romano aveva rinunciato all’udienza. Secondo una prima ricostruzione del delitto, Giovanni Battista Romano, passò la pistola usata per il delitto allo zio Matteo. La teneva dietro la schiena, lo zio impugnò l’arma e fece fuoco a ripetizione contro la vittima. I tre sono stati riconosciuti attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza e successivamente i testimoni – pure loro individuati con lo stesso sistema – hanno in parte confermato di averli visti sul luogo.
L’omicidio di Burgio (figlio di Filippo, cassiere della mafia, al servizio del boss di Pagliarelli Gianni Nicchi) è attribuito ai Romano, prossimi congiunti (Matteo e Domenico ne erano i fratelli) di Davide, ucciso e incaprettato nell’aprile 2011. Sebbene i protagonisti del fatto di sangue siano legati a familiari mafiosi o vicini all’ambiente di mafia e droga, la questione sfociata nel delitto sarebbe legata esclusivamente a una banale lite per un piccolo incidente stradale. Almeno così ha detto lo stesso Domenico Romano, l’unico a fornire la sua versione dei fatti durante la prima fase dell’inchiesta. Dichiarazioni che però non hanno convinto i giudici.