L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul centro storico di Palermo tra vandali e ladri.
Alto, bello, moro, ben vestito e con zaino nero in spalla. Ha circa 30 anni e ruba portafogli e cellulari dai passanti per farsi di crack. E se qualcuno dei residenti del cosiddetto quadrilatero del centro storico ormai nella morsa di vandalismi e microcriminalità se ne accorge e lo rimprovera, si scusa pure.
«Mi perdoni, vado via subito…». Giovani nel girone dantesco della droga che soggiornano tra la stazione centrale e le vie del Cassaro Alto, diventando quasi amici degli abitanti dei palazzi dove trovano rifugio per farsi la dose quotidiana. In quei quattrocento metri di delirio sociale, di spacciatori alla luce del sole attivi dalle 11 di mattina a mezzanotte, di auto vandalizzate e di abitanti quasi rassegnati all’oblio di quella terra di nessuno, anche il tossicodipendente diventa parte dello scenario.
«Me lo ritrovo sempre davanti al portone – racconta una inquilina di un palazzo di via Case Nuove -. L’ho più volte richiamato, invitandolo ad andare a consumare il crack da un altra parte e non sotto casa mia. E diverse volte abbiamo sventato i suoi furti… Ma per assurdo, mi sono sentita io in difetto davanti alla pacatezza di quel ragazzo».
Prima di lui, dalle stesse parti gravitava una ragazza. Stesso copione: rubava e poi comprava la droga, in continuazione: «Poteva essere nostra figlia – aggiunge la residente -, poi improvvisamente è sparita».