Gds: “Palermo. I tre colpi di pistola che hanno scosso la Vucciria: ucciso come un boss, il killer confessa”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia”, parla della confessione riguardo l’omicidio della Vucciria, a Palermo.
«È stato mio fratello a sparare, mio figlio non c’entra». L’ammissione di Domenico Romano sarebbe arrivata quando i poliziotti della Squadra mobile li avevano già catturati e hanno passato al setaccio i video di più di una decina di telecamere della zona – scrive il quotidiano -.
La loro precauzione di parcheggiare i due scooter distanti dal luogo della resa dei conti non è bastata. Il giorno dopo l’uccisione di Emanuele Burgio, 25 anni, ammazzato a colpi di pistola fra via dei Cassari e via dei Tintori, nel cuore della Vucciria, sono tre le persone fermate per il delitto. Si tratta dei fratelli Domenico e Matteo Romano, di 49 e 39 anni, e Giovanni Battista Romano, di 29, figlio di Domenico. Sono gli eredi del boss del Borgo Vecchio, Giovan Battista, che aveva 50 anni quando, nei primi mesi del ’95, dopo essere stato massacrato di botte, venne ucciso e sciolto nell’acido.
Secondo la ricostruzione della polizia ad impugnare l’arma, una calibro 9 forse portata da Giovan Battista Romano, sarebbe stato lo zio, Matteo. Un colpo al petto, poi la vittima avrebbe tentato di scappare e gli altri due proiettili lo hanno raggiunto alle spalle.