L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla questione Tari a Palermo.
«Coi ristori dello Stato si eviti l’aumento della tassa sui rifiuti». Il dibattito sull’utilizzo dei finanziamenti statali per sopperire alle minori entrate degli enti locali si accende ancora di più. Ora si è spostato sulla possibilità che con quei soldi si possa fare fronte al pagamento degli extracosti a Rap, evitando gli annunciati aumenti sulle bollette della Tari. Una eventualità che è emersa nel corso del dibattito dell’altro ieri, quando la domanda è stata posta al ragioniere generale, Paolo Basile, il quale, facendo riferimento delle risposte esplicative del ministero, ha spiegato che l’obiettivo era quello di utilizzare le somme «per sopperire alle minori entrate oppure per fare fronte a maggiori spese».
Ne è nato un botta e risposta abbastanza teso, fra il presidente del Consiglio, Totò Orlando, e l’assessore al Bilancio, Sergio Marino. «Non si capisce perché l’amministrazione ci abbia mandato un Pef Tari che prevedeva milioni di aumenti per i cittadini. Dirottare le somme altrove, legittimamente, è stata una scelta politica che però è censurabile», è stato il succo del discorso del capo di Sala delle Lapidi. Il quale, rispetto alle somme trasferite dallo Stato nel 2021 – circa 50 milioni, che si aggiungono ai 31 del 2020 già spariti nel buco nero del bilancio – ha sollecitato l’assessore a elaborare una delibera per rendere più leggera la tassa sui rifiuti: «Si adoperi per ritirare la delibera e utilizzare i fondi statali per trasferirli all’azienda».