Gds: “Palermo. Grande Migliore processo vicino. Parte civile gli ex impiegati”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su Grande Migliore il cui processo è sempre più vicino.

Tutto era cominciato in un negozietto che era un buco, in via D’Asaro, vicino al Tribunale. Il primo anello della lunga catena commerciale del gruppo Migliore, che andava da via Notarbartolo fino a Partinico e a Trapani, passando per quel magazzino immenso di viale Regione siciliana che riempiva gli occhi.

Mezza città s’era comprata lì il primo televisore a colori, lo stereo oppure aveva arredato casa passando sotto quell’insegna rossa. Una tappa obbligata per le famiglie. Poi il crac esploso nel 2011 e, ora, l’accusa di bancarotta fraudolenta di cui sono chiamati a rispondere i fratelli Giovanni Carlo e Mario Migliore, di 67 e 59 anni, e il cugino, Beppe, di 42. È fissata per il 30 marzo l’udienza davanti al Gup Paolo Magro in cui l’avvocato Giovanni Rizzuti, che difende gli imprenditori, si prepara a chiedere il giudizio abbreviato.

C’è chi, quando passa davanti a uno di quei negozi in cui ha passato la vita, ora guarda dall’altra parte perché il fallimento di quei magazzini ha cancellato un pezzo di città e la speranza di tanti lavoratori. Una ventina di loro punta a costituirsi parte civile nel procedimento e alcuni di loro sono assistiti dall’avvocato Paolo Grillo e non crede che sia stata tutta colpa della crisi ma che sia stato realizzato un piano per svuotare e far morire la società.

Un impero, quello dei Migliore, che in città era stato all’avanguardia in fatto di tecnologia e di metodi fi vendita. Quando alla fine degli anni ‘60 aprì il punto vendita di via Notarbartolo si racconta che fu il primo cash and carry in città. Si erano aggiunti, con gli anni, pure il punto vendita di cucine e bagni, quello delle liste nozze e dei giocattoli. Un’ascesa che sembrava non finire fino a quando è precipitato tutto. Il personale in cassa integrazione, poi il fallimento.

 

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Redazione Ilovepalermocalcio