L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul gol di Fella e l’esultanza in cui ha chiesto alla compagna Marisa di sposarlo. Il quotidiano riporta alcune parole delle ragazza.
Può capitare, dopo 12 anni di fidanzamento, di sorprendere ancora la propria compagna. Fella lo ha fatto lì dove si sente più a suo agio, ovvero su un campo da calcio. Ha aspettato il primo gol casalingo in campionato per chiedere alla sua Marisa di sposarlo, con tanto di dedica sulla maglia. «Ovviamente non potevo che dire di sì – ammette la futura sposa – siamo cresciuti insieme e questa è una cosa che da donna ho sempre sognato».
L’emozione di farlo davanti a più di 7.000 persone, poi, ha reso il momento ancor più magico: «Abbiamo messo su famiglia e abbiamo un bimbo di tre anni, mancava solo questo tassello che però è arrivato a sorpresa». Non si aspettava una proposta davanti a tutto il pubblico? «Non lo immaginavo minimamente. Ci siamo dati altre priorità, come comprare casa. Inoltre, Antonio (il figlio, ndr) è ancora piccolo, quindi in qualche modo nella mia mente avevo un po’ accantonato l’idea di avere una proposta».
E invece, la proposta è arrivata… «Una sorpresa bellissima. Anche perché so che Peppe all’inizio ha fatto fatica e aspettavo che segnasse, ero felice per quello. Poi ho visto che aveva qualcosa in mano, ma non capivo cosa ci fosse scritto sulla maglia. C’era vento e si muoveva, non l’avevo vista bene. Solo dopo ho realizzato, ma io inizialmente pensavo solo al gol (ride, ndr)».
È sicuramente presto per parlare di date e preparativi, ma qualcosa sul matrimonio possiamo già svelarla? «Allora… sicuramente sarà a Salerno, le nostre famiglie sono lì. Il mio desiderio, poi, è sempre stato quello di sposarmi il 31 dicembre, perché mi è sempre piaciuta l’idea di far coincidere il mio matrimonio con l’inizio di un nuovo anno. Il lavoro, d’altronde, non è che lascia molto spazio: o ci sposiamo a giugno, o ci sposiamo nella pausa invernale. Però a me piacerebbe farlo il 31 dicembre, vediamo se quest’anno, nel prossimo o fra due anni».
Lei lo ha seguito a Palermo, come nelle altre piazze in cui ha giocato: come vi state trovando? «Lo seguo sempre, è giusto che la famiglia stia unita. Poi noi siamo di Salerno, siamo gente del sud. Qui ci sentiamo come se fosse casa nostra. Ci troviamo bene, Antonio ha iniziato a frequentare la scuola materna proprio a Palermo e pure lui si trova benissimo. Abbiamo girato la città in questo periodo, è piaciuta tanto la Vucciria, siamo andati lì un paio di volte a mangiare ed è una zo[1]na che ci ha colpito davvero».
E per il futuro? Peppe è in prestito, ma una promozione in B potrebbe farvi restare a Palermo… «Lui ha scelto Palermo perché è Palermo. Aveva altre richieste in Serie C, ma non ha voluto sentire altro, né a livello di offerte, né di blasone. La piazza, la storia, ma soprattutto la voglia di vincere lo hanno portato a fare questa scelta. E se dovesse vincere il campionato sappiamo che ci sarebbe l’opportunità di restare qui, in B. Ma giocare in una piazza come Palermo non vuol dire giocare in C».