Gds: “Palermo. E l’impiegato speronò l’auto dei banditi”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla vicenda di una rapina sventata.

Quattro arresti per la fallita rapina all’addetto di una catena di distributori di carburanti incaricato di ritirare gli incassi. A poco più di un anno dall’assalto, compiuto la mattina del 12 settembre del 2020, in manette sono finiti Antonino Di Pasquale di 65 anni, i suoi due figli Pietro e Gaetano, rispettivamente di 44 e 33 anni, Marcello Tutrone di 36.

Un quinto personaggio che ha preso parte al raid dev’essere ancora identificato. Nei loro confronti il giudice delle indagini preliminari Elisabetta Stampacchia ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere al termine delle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di piazza Verdi.

Sono tutti accusati di tentata rapina. L’inchiesta ha preso il via dopo la denuncia dell’impiegato finito nel mirino. L’uomo, poco prima delle 10, era stato affrontato dai banditi in via Antonino Toscano, al Villaggio Santa Rosalia, mentre si trovava a bordo della sua auto. Con sé aveva un borsello con gli incassi ritirati in vari impianti.

«Dopo aver effettuato vari prelievi per conto della società presso cui lavoro – mette a verbale la vittima della tentata rapina – una Fiat Panda di colore blu ferma al centro della carreggiata ed un uomo si avvicinava a me totalmente travisato da mascherina, cappellino e occhiali. Mi raggiunge ed inizia a colpire il finestrino anteriore sinistro con un oggetto che teneva tra le mani, coperte da guanti, e frantuma il vetro.

Immediatamente capisco che stavo per subire una rapina, quindi ingrano la retromarcia per tentare la fuga. Ma vedo che un’altra Fiat Panda di colore bianco che si avvicina da dietro cercando di bloccarmi e quindi c’è stato un forte urto. Nel tentativo di fuggire, urto la Fiat Panda blu che stava davanti a bloccarmi la strada ma non riesco nel mio intento, quindi con un’altra manovra di retromarcia prendo ulteriore rincorsa e riesco a darmi alla fuga speronando la Fiat blu». Il racconto della vittima e l’esame dei filmati di videosorveglianza installati nella zona di via Toscano e nei pressi delle abitazioni dei sospettati hanno portato gli investigatori a ricostruire le varie fasi del raid.