Gds: “Palermo «È la mafia dei buttafuori, condannateli». Pressioni e minacce per la gestione dei servizi nelle discoteche: 10 condanne”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle condanne dei buttafuori.
Il patto tra mafia e buttafuori per il controllo dei servizi nelle discoteche c’è, ed è provato: ecco perché l’accusa ha chiesto 10 condanne, per quasi 90 anni di carcere, nel processo, ormai alle battute finali davanti al tribunale presieduto da Roberto Murgia. Il sostituto procuratore Giorgia Spiri – che ha condotto il dibattimento con Gaspare Spedale, a chiusura dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido – ha ripercorso tutte la fasi dell’inchiesta dei carabinieri, che aveva svelato il panorama criminale che muovevano le pressioni di Cosa nostra per la gestione dei servizi di vigilanza nelle discoteche e nei locali notturni. E ha chiesto le condanne.
Così, dopo i due verdetti di colpevolezza durante il processo col rito abbreviato nei confronti di Massimo Mulè (indicato come il boss di Ballarò) e del cognato Vincenzo Di Grazia (6 anni al primo c 5 anni c 4 mesi al secondo) ecco le richieste dell’accusa nel dibattimento in aula: per Andrea Catalano 12 anni (detenuto); per Giovanni Catalano, 11 anni e 4 mesi (detenuto); per Cosimo Calì, 10 anni e 6 mesi; per Ferdinando Davì, 9 anni e 6 mesi; per Antonino Ribaudo, 10 anni; per Gaspare Ribaudo, 10 anni e8 mesi; per Emanuele Cannata, 9 anni e 6 mesi: per Francesco Fazio, 9 anni e 6 mesi; Emanuele Rughoo Tejo, 9 anni e 6 mesi; per Davide Ribaudo,9 anni ce 6 mesi, Agli imputati il pm ha chiesto anche la condanna a multe che vanno dai 20 ai 10 mila euro.