Gds: “Palermo, due mesi in fuga. Finisce in carcere il pistolero di via La Lumia”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul pistolero di Via La Lumia.

Gli investigatori avevano subito dato un nome al pistolero che, il 10 dicembre dell’anno scorso, aveva sparato da sei a otto colpi di pistola in aria al culmine di una rissa in via Isidoro la Lumia. Tre giorni dopo erano andati a prenderlo a Brancaccio, ma aveva fatto perdere le sue tracce scavalcando un cancello e salendo sui tetti di alcune abitazioni e capannoni. Marco Cucina, 30 anni, pregiudicato con alle spalle diverse condanne, l’ultima delle quali per evasione, si era reso irreperibile per due mesi ma alla fine i carabinieri della compagnia di piazza Verdi lo hanno portato in carcere. Arrestato pure Salvatore Emanuele, 27 anni, finito ai domiciliari, mentre per Salvatore Miceli, 21 anni e incensurato, il Gip Ermelinda Marfia ha disposto l’obbligo di dimora e di presentarsi ogni giorno in caserma.

Sono tutti accusati di rissa aggravata, a Cucina viene contestato anche il porto abusivo in pubblico di arma da fuoco illegalmente detenuta. La svolta era arrivata il 13 dicembre quando i militari erano andati in via Spoto, a Brancaccio, per eseguire un decreto di perquisizione nei confronti di Cucina ed Emanuele Salvatore. Alla vista delle volanti entrambi erano scappati: l’unico fermato era stato Miceli – che fino a quel momento non era stato identificato come uno dei partecipanti alla rissa – il quale aveva opposto resistenza ed era stato arrestato anche perché, sul suo volto, avrebbe avuto delle ferite che si sarebbe procurato durante i tafferugli in via La Lumia. Ed ecco la ricostruzione degli inquirenti, secondo i quali sarebbe stato il trentenne a fare fuoco con una Luger calibro 9 e in due distinti momenti.

Una prima volta avrebbe esploso un colpo in aria nei pressi del locale Bonsignore di via Quintino Sella e successivamente almeno altri sei nella stessa strada davanti al locale Pitto, dove i carabinieri hanno trovato a terra quattro bossoli. Cucina era arrivato in centro su uno scooter guidato da un amico – ancora non identificato – e con lo stesso mezzo, così si evince da numerosi video, sarebbe fuggito per ritornare allo Sperone dopo la sparatoria. Le indagini erano partite da un video ripreso da un balcone ma l’identità dei tre indagati è stata confermata grazie ai filmati delle telecamere installate nella zona, alle testimonianze dei gestori dei locali e attraverso l’analisi dei loro profili sui social network.

Repubblica: “Palermo, il trio della malamovida che impaurì via La Lumia. Carcere per lo sparatore”