L’edizione odierna de “Il Giornale di Siclia” si sofferma sulla donna adescata e rapinata a Palermo.
L’appuntamento per un incontro di sesso era stato fissato senza essersi visti mai prima: c’era l’annuncio su un sito internet con tanto di foto e del numero di telefono della donna cinquantenne che sarebbe stata disponibile anche per un me – nage à trois. E che, invece, è finita vittima di una rapina violenta. Già, perché i due ragazzi, uno di 18 e l’altro di 19 anni, quel sistema per agganciare donne disposte ad avere rapporti consenzienti o pronte a prostituirsi e poi derubarle, l’avrebbero messo a segno più di una volta in passato.
Sono stati arrestati dagli agenti del commissariato di Porta Nuova i giovani accusati dell’aggressione consumata all’interno di un bed & breakfast nella zona di piazza Indipendenza, scelto come luogo in cui dovevano consumare il rapporto con la donna lo scorso dicembre. Ma quando si sono presentati, dopo aver chiuso la porta, avrebbero manifestato le loro vere intenzioni. La vittima, italiana, è stata subito bloccata e picchiata, quando aveva tentato di ribellarsi e chiedere aiuto. Poi, i due ragazzi le avevano strappato via la borsa con tutti i suoi soldi (il bottino ammonterebbe a circa 800 euro) e, per evitare di essere subito intercettati, le avevano preso anche i due smartphone che la donna aveva con sé. Ma proprio quest’ultima azione avrebbe contribuito a tradirli: le tracce lasciate dal passaggio dei telefonini nella rete, infatti, attraverso la mappatura dei tabulati telefonici ha permesso di individuare i movimenti dei rapinatori. Dati che, confrontati anche con le immagini delle telecamere di videosorveglianza attive nei negozi della zona, hanno permesso di tracciare un identikit ancora più specifico di chi fossero gli autori dell’aggressione.
La descrizione fornita dalla vittima è, infine, combaciata con le figure su cui i poliziotti avevano puntato gli occhi. Si tratta di due ragazzi che, nonostante la giovane età, hanno un passato di precedenti specifici. La scelta di agire in coppia per spalleggiarsi l’un l’altro contro la vittima predestinata e ridurre al minimo il rischio di una sua reazione. Pure il luogo era indicativo del fatto che si puntava a fare soldi facili: la stanza di un b&b (gli agenti hanno sentito anche il personale in servizio nell’attività) per una clientela di regola più facoltosa rispetto a quella cui sono costrette a rivolgersi le prostitute in strada. E, infatti, la donna avrebbe avuto con sé ben 800 euro in contanti, forse guadagnati in seguito ad altri incontri sessuali. Denaro che, assieme ai due telefonini con cui avrebbe gestito i contatti con i suoi clienti, i due indagati s’erano messi in tasca scappando e lasciandola legata. Come avrebbero fatto più di una volta nel recente passato.