La posizione di Alessio Dionisi sulla panchina del Palermo resta incerta, con il tecnico al centro di critiche sia per i risultati deludenti sia per alcune scelte gestionali che hanno alimentato la frustrazione dell’ambiente. Come riportato da Alessandro Arena sul Giornale di Sicilia, la società aveva già deciso di confermare l’allenatore dopo il terremoto di fine dicembre, quando le responsabilità della stagione negativa erano state attribuite più a Morgan De Sanctis che al tecnico. Tuttavia, la situazione attuale, con il Palermo fuori dalla zona play-off, rende la sua permanenza tutt’altro che scontata.
Dalla fiducia estiva alla contestazione della piazza
Ad agosto, Dionisi dichiarava di voler riportare il Palermo in Serie A, un sogno condiviso dai tifosi che avevano affollato la Curva Nord del Barbera per l’allenamento a porte aperte. Sette mesi dopo, però, il quadro è completamente cambiato: il Palermo è fuori dalle prime otto, il pubblico ha perso fiducia nel progetto e la contestazione nei confronti dell’allenatore si è fatta sempre più accesa.
Uno degli episodi che ha contribuito alla rottura tra Dionisi e i tifosi, come sottolinea Arena, è stata la gestione di Matteo Brunori. Il capitano rosanero, secondo miglior marcatore della squadra, è stato progressivamente escluso dalle gerarchie offensive a favore di Henry e Le Douaron. La panchina contro il Frosinone, con la squadra bloccata sull’1-1, ha fatto infuriare la tifoseria. L’arrivo di Carlo Osti al posto di De Sanctis ha poi permesso a Brunori di riconquistare il posto da titolare, tornando a essere determinante, ma resta il dubbio su cosa sarebbe potuto essere il Palermo con il suo bomber sempre al centro del progetto.
Le scelte discutibili e le contraddizioni tattiche
Non solo Brunori: anche la gestione degli altri giocatori ha sollevato dubbi. Il Giornale di Sicilia evidenzia la girandola di portieri, con il Palermo passato da Gomis a Desplanches, poi a Sirigu e infine ad Audero dopo il mercato invernale. Situazioni simili hanno coinvolto Segre, Diakité, Lund, Nikolaou e Insigne, tutti passati da titolari a elementi marginali nel corso della stagione.
A livello tattico, le contraddizioni sono state altrettanto evidenti. Arena ricorda come Dionisi, durante la presentazione ufficiale, avesse escluso l’idea di schierare la difesa a tre. Tuttavia, dal 21 dicembre contro il Sassuolo il Palermo ha adottato stabilmente questo assetto. Anche il doppio centravanti e il trequartista, inizialmente considerati poco adatti, sono poi diventati elementi chiave del modulo rosanero. Un altro caso emblematico è quello di Appuah: acquistato per 2 milioni e descritto come un talento in grado di “far stropicciare gli occhi”, è finito in prestito secco in terza divisione francese dopo appena sei mesi.
Rimontate subite e cambi sbagliati: l’eredità di Dionisi
Se il Palermo si trova in questa situazione, non è solo colpa dei risultati deludenti, ma anche di come questi sono maturati. Arena sottolinea che i rosanero hanno subito tre rimonte da doppio vantaggio contro Modena, Spezia e Cremonese. Se avessero mantenuto quei sette punti, oggi sarebbero quinti in classifica con il Catanzaro, a -3 dalla quarta posizione.
Le sostituzioni operate da Dionisi hanno spesso lasciato perplessi. Contro la Cremonese, il tecnico ha chiuso la partita con Blin braccetto difensivo a sinistra e Vasic esterno a tutta fascia pur di non abbandonare il 3-4-2-1. A La Spezia, il cambio Baniya-Nikolaou ha favorito la rimonta ligure, mentre contro il Mantova l’ingresso di Vasic al posto di Pohjanpalo ha abbassato il baricentro e permesso agli ospiti di assediare l’area rosanero.
Pressione altissima, decisione imminente
Come evidenziato dal Giornale di Sicilia, il City Football Group si trova ora di fronte a una scelta cruciale, con poco tempo per agire e una piazza sempre più impaziente. Il rischio di perdere anche l’accesso ai play-off è concreto, e la società dovrà decidere in fretta se continuare con Dionisi o optare per un cambio immediato in panchina