L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulle difficoltà dell’ospedale “Di Cristina” di Palermo. Non ci sarebbero ancora i percorsi per separare i pazienti Covid da quelli ricoverati per altre patologie e ci sarebbe un forte ritardo nell’esecuzione dei tamponi determinando una promiscuità pericolosa e il rischio «di una diffusione intraospedaliera del contagio». Lo mettono nero su bianco i sindacati Anaao-assomed, Aaroi-emac, Cgil, Cisl e Uil, Cimo, Fials, Nursind, Nursing Up e Ugl, in una serie di note inviate ai vertici dell’Arnas fin dal 25 marzo scorso. «Lo stato di emergenza e la coscienza delle difficoltà organizzative – scrivevano le sigle sindacali un mese fa nella richiesta d’incontro al direttore generale dell’azienda – non possono tuttavia esimerci dal pretendere il rispetto dei criteri di sicurezza per i sanitari esposti al contagio». Si stanno studiando i due ricoveri, relativi al bimbo di Marsala di fine marzo e a quello più recente della piccola di cinque mesi, entrambi arrivati al «Di Cristina» con una sospetta vasculite, cioè una patologia infiammatoria, identificata come la «sindrome di Kawasaki», che ha colpito un elevato numero di pazienti in Italia e in Europa. I pediatri delle regioni più colpite dall’epidemia, come Lombardia, Piemonte e Veneto, hanno lanciato l’allarme dopo gli episodi registrati soprattutto in Gran Bretagna, perché si teme possa essere collegata con il Coronavirus. (*fag*)