L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’omicidio di Celesia.
«Senza onore». «Avete ucciso un’anima innocente e distrutto una famiglia». «Il tempo mette tutto a posto, condoglianze in anticipo». «Maledetti». «Uscirete prima o poi». «Dovete marcire in galera», sono solo alcuni dei messaggi rivolti via social ai due fratelli coinvolti nell’omicidio di Rosolino Lino Celesia, il ventiduenne ex calciatore del Cep ucciso al culmine di una lite scoppiata nella discoteca Notr3 – l’ex Reloj – di via Pasquale Calvi. M.O. – il diciassettenne – è rinchiuso al carcere del Malaspina per omicidio volontario, mentre il Gip Giuliano Castiglia, del tribunale ordinario, aveva già confermato il Pagliarelli per G., il più grande dei due, accusato di porto e detenzione illegale di arma da fuoco.
I loro nomi, che qui evitiamo di scrivere per esteso in modo da non rendere individuabile il minorenne, non sono un segreto per nessuno, anzi sono ben conosciuti pure dagli amici della vittima che li hanno trovati su TikTok con tanto di foto e video di entrambi, evidentemente tratte dai loro profili. «Sono gli assassini di Lino Celesia», è la frase che campeggia in sovraimpressione nella breve clip assieme agli screenshot della loro identità: irriferibili gran parte dei commenti pubblicati, molti dei quali probabilmente lasciati da chi conosceva il ventiduenne che mercoledì è stato seppellito al cimitero di Sant’Orsola.
Sono due le principali piste al vaglio della Squadra mobile, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Ennio Petrigni e dal procuratore dei minorenni, Claudia Caramanna, i quali credono che il delitto sia stato premeditato. Non sarebbe scaturito da una lite per futili motivi, come in un primo tempo aveva sostenuto il minorenne davanti al Gip Nicola Aiello, tentando di far passare l’idea di una lite estemporanea. Gli inquirenti credono che questa sia una versione di comodo. L’impressione è che ci sia un filo comune che lega gli screzi alla Vucciria di un mese fa con i tafferugli di via Isidoro La Lumia, i colpi di pistola nella notte al Cep – stesso rione dove viveva l’ex calciatore – e lo scontro sfiorato al Notr3 tra due comitive di giovani, qualche giorno prima.