L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul delitto Burgio a Palermo.
Sono stati rinviati a giudizio per l’omicidio di Emanuele Burgio, il venticinquenne assassinato nel mercato popolare della Vucciria la sera del 31 maggio dello scorso anno. Lo ha deciso il gup Marco Gaeta che ha mandato a processo Domenico Romano, il figlio Giovan Battista e il fratello Matteo, che saranno chiamati a rispondere del delitto con le aggravanti del metodo mafioso e della premeditazione.
I tre imputati dovranno comparire il 13 luglio davanti alla prima sezione della Corte d’Assise. Ieri il giudice per l’udienza preliminare, accogliendo le tesi del pm Giovanni Antoci, ha rigettato la richiesta di rito abbreviato formulata dagli avvocati Giovanni Castronovo, Antonio Turrisi, Vincenzo Giambruno e Raffaele Bonsignore. Il giudice, proprio per le aggravanti contestate ai Romano, ha ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale posta dalla difesa: l’abbreviato, che dà diritto allo sconto di un terzo della pena, non è infatti più applicabile per i fatti punibili con il carcere a vita. E l’omicidio di Emanuele Burgio, date le aggravanti contestate ai tre imputati, rientra in questa fattispecie.