L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla stretta per Pasqua, pasquetta e primo maggio alla Favorita di Palermo.
Divieto assoluto di insozzare la Favorita e Monte Pellegrino con fuochi, barbecue, focolari e fornelli per pic-nic e tavolate. Arrostire, insomma, è vietato. Dalle festività di Pasqua sino al Primo Maggio, festa del Lavoro le scampagnate che tradizionalmente accompagnano queste giornate saranno impedite. Niente carne alla brace, niente profumi grassi che appestano l’aria, niente pantagruelici banchetti arrangiati per l’assalto come non ci debba essere un domani.
L’ordinanza del sindaco Roberto Lagalla proibisce un utilizzo fuori controllo della riserva naturale. Così come è accaduto, purtroppo per decenni, diventando una delle cartoline più kitch di Palermo. Solo che, anche recentemente, del grado di rispetto dei divieti in città purtroppo s’è avuto un riscontro negativo per le vampe di san Giuseppe.
Anche in quella occasione non doveva essere acceso teoricamente nemmeno un cerino. E invece è accaduto di tutto e di più. Con corollario di guerriglia urbana, agenti feriti, lancio di pietre, piazze messe a ferro e fuoco, strade invase dal fumo. Roba da città in rivolta. E perché? Non per rivendicare un diritto, reclamare un provvedimento, evitare un’ingiustizia. No, purtroppo. Quelle scene che hanno anche registrato qualche ferito tra le forze di polizia si sono avute perché gli agenti avevano evitare che venisse data alle fiamme una catasta di legna.