Gds: “Palermo. «Così la rambla è un’occasione perduta». Gli architetti: «Non basta colorare una strada»”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla rambla di via Emerico Amari.
Quell’asfalto nero, con annesso tappeto di colore arancione scuro attorno alla Rosa dei venti, apparso sulla rambla di via Emerico Amari ha fatto storcere il naso ai più. Un intervento, assieme alla posa degli arredi, messo in atto dall’amministrazione comunale ed inserito nel piano che porterà al completamento dell’isola pedonale, finito al centro delle polemiche, alimentato probabilmente anche dalla compagna elettorale in pieno svolgimento. Lavori che sarebbero stati oggetto, anche questi finiti nell’occhio del ciclone, di un sopralluogo programmato dall’assessore al Decoro urbano, Fabio Giambrone, con il personale della Sovrintendenza. Un tocco di colore, per così dire, che non ha riscosso il favore del Consiglio dell’ordine degli architetti e del suo presidente Iano Monaco tanto che l’aveva definito «un’occasione persa».
E, come annunciato dallo stesso Monaco, il progetto della rambla è stato tra gli argomenti trattati nel corso della riunione del Consiglio dell’ordine di ieri. «Ci stiamo confrontando – ha detto il presidente Iano Monaco – anche su questo argomento. Ci sono diverse proposte in ballo al momento, stiamo valutando in che maniera possiamo offrire la nostra disponibilità ed esperienza alla città». La decisione non sarà comunque rapida. «In generale, il nostro Paese – ha aggiunto l’architetto – non è preparato alla cultura del progetto che non si esaurisce dando colore ad una strada. Dietro c’è un lavoro complesso fatto di studi, di analisi tecniche. Ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare affinché i non luoghi della città diventino luoghi in cui sia bello e piacevole stare, muoversi, vivere, frutto di una progettazione meditata e consapevole del suo ruolo e della sua importanza». Dall’ordine degli architetti evidenziano come la realizzazione di un progetto richieda «il suo tempo, non si può esaurire nell’arco di un paio di giorni».
«Siamo chiamati – ha chiosato Monaco – a dare risposte semplici a questioni complesse. Il fatto che la città si interroghi sui metodi è un fatto comunque positivo. Abbiamo anche capito che la nostra disponibilità è stata presa sul serio dall’amministrazione comunale». Sulla questione è intervenuto pure il candidato di centrosinistra, Franco Miceli, che dell’Ordine degli architetti è stato presidente provinciale. «Nel concordare con quanto espresso dal presidente Monaco – ha fatto sapere – aggiungo che l’assenza della cultura del progetto produce effetti nefasti per la città. La progettazione degli spazi urbani non può essere lasciata all’improvvisazione e, come ho sempre sostenuto, l’unica modalità da seguire è quella del concorso di progettazione che ritengo l’unico modo possibile per selezionare la qualità. La città ha un grande bisogno di avviare processi di rigenerazione urbana, al centro come in periferia, e dovrà recuperare nei prossimi anni un deficit di architettura contemporanea e di questo mi occuperò».