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Gds: “Palermo-Cosenza. La rissa allo stadio e i mafiosi «pacieri»”

L’edizione odierna de Il Giornale di Sicilia si sofferma sulla violenta rissa avvenuta prima del match tra Palermo e Cosenza tra ultra rosanero.

Le indagini sulla violenta rissa avvenuta domenica 1° settembre 2024 fuori dallo stadio Renzo Barbera, prima del match tra Palermo e Cosenza, avrebbero portato all’identificazione di sei ultras tra i circa cinquanta che si erano dati appuntamento nella zona dei furgoni della ristorazione, in piazza Giovanni Paolo II, per affrontarsi violentemente con calci e pugni. Tuttavia, il numero dei tifosi coinvolti potrebbe crescere, poiché le immagini registrate dai residenti con i loro telefoni cellulari sono ancora sotto esame da parte degli investigatori. Si stima che almeno una ventina di altre persone potrebbero essere identificate e coinvolte nelle indagini.

Tutti i partecipanti rischiano il Daspo, il divieto emesso dal questore di accedere agli impianti sportivi, anche per gare amichevoli o eventi di beneficenza. Gli accertamenti degli investigatori, però, si starebbero concentrando anche su possibili legami tra alcuni degli ultras coinvolti e personaggi vicini ad ambienti mafiosi, in particolare del quartiere Sperone. Questi soggetti potrebbero essere intervenuti per mediare conflitti interni e mantenere l’ordine tra i gruppi di tifosi organizzati.

Il contatto tra due fazioni di tifosi rosanero è emerso già in un precedente recente: il 27 agosto, durante la partita Cremonese-Palermo, una lite era scoppiata in curva in seguito al presunto furto di una maglietta donata dal centrocampista Blin a una bambina. La restituzione della maglietta aveva riportato la calma, ma gli scontri registrati nei video prima di Palermo-Cosenza potrebbero rappresentare un regolamento di conti legato a quell’episodio.

Gli agenti, incaricati di monitorare gli eventi sportivi, stanno indagando per capire se ci siano altre cause dietro a quanto accaduto, anche perché episodi di questa gravità non si verificavano da molti anni. Le forze dell’ordine stanno cercando di chiarire se la rivalità tra questi gruppi sia dovuta a dissapori legati alla collocazione degli striscioni allo stadio o se ci siano altre ragioni più significative.

Un aspetto particolarmente delicato delle indagini riguarda i possibili rapporti tra alcuni capi ultras e personaggi vicini alla mafia. In passato, infatti, ci sono stati episodi che hanno dimostrato la presenza di legami tra il mondo del tifo rosanero e la criminalità organizzata. Questi legami avrebbero coinvolto affari legati al calcio, come la rivendita illegale di biglietti e la compravendita di giovani calciatori. Un esempio emblematico risale al 22 dicembre 2002, quando, durante la partita Palermo-Ascoli, alcuni tifosi esposero uno striscione contro il 41 bis, il regime di carcere duro per i mafiosi, con un messaggio diretto all’allora premier Silvio Berlusconi: “Uniti contro il 41 bis. Berlusconi dimentica la Sicilia”. Secondo le ricostruzioni, il messaggio sarebbe stato voluto dai boss del quartiere Brancaccio.

Ora, le indagini della polizia stanno cercando di stabilire se esistano ancora legami tra il tifo organizzato del Palermo e soggetti legati a Cosa Nostra, e in che misura questi rapporti si siano sviluppati.

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Redazione Ilovepalermocalcio