Gds: “Palermo. Contrordine, ora il Comune può pagare”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla situazione economica del Comune di Palermo.
Un parere dell’avvocatura comunale sblocca i pagamenti di tutti i debiti commerciali finanziati con somme extra-comunali. Dunque, salvi gli avanzamenti dei lavori delle grandi opere pubbliche, salvi i progetti finanziati con Pon Metro, salvi i bonifici a molte cooperative del terzo settore, sovvenzionati con fondi statali o regionali. Non dovranno sottostare alle rigide maglie previste dalla legislazione sul riequilibrio che prevede il blocco dei pagamenti in attesa di una ricognizione di tutte le posizioni per formulare un piano del debito a cui, poi, sottrarre quantomeno il 20 per cento che finirebbe a finanziare il pareggio dei conti.
Dopo la pubblicazione dell’avviso da parte dell’amministrazione, che impone ai creditori del Comune di presentare istanza entro il 10 aprile, pena la esclusione, si era sollevato un polverone di polemiche. L’interpretazione della norma era talmente stringente da includere in questo imbuto tutti coloro che avevano rapporti in sospeso con l’amministrazione. Le cooperative che si occupano di servizi sociali, soprattutto, avevano chiesto di essere spuntate da questo elenco.
Il ragioniere generale, Paolo Bohuslav Basile, ha chiesto all’avvocatura un parere su come interpretare l’articolo della legge di Bilancio che fissa le regole sul riordino dei debiti commerciali. Ieri è arrivata la risposta dell’avvocato Vincenzo Criscuoli secondo cui bisogna ritenere «escluse dagli obblighi della legge i debiti commerciali finanziati con fondi extra-comunali aventi destinazione vincolata e soggetti a termini perentori di rendicontazione pena la loro revoca e il danno all’ente». Basile non ha perso tempo e immediatamente ieri pomeriggio ha diramato una direttiva agli ufficio chiedendo di uniformarsi alle indicazioni dell’avvocatura e di svincolare le determine di pagamento che rispondono ai requisiti indicati. Il rischio è che rimangano incagliati, ad esempio, i crediti dei soggetti che hanno svolto lavori analoghi a quelli da pagare per il solo fatto di essere finanziati con fondi del Comune. Si tratterebbe di un evidente caso di disparità.