L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulla crisi del Comune di Palermo. Il quadro è allarmante perché la cassa del Comune è sostanzialmente annientata. Il Covid-19 è un killer spietato non solo delle vite di migliaia di persone, ma anche della stabilità degli enti locali che rischiano di crollare finanziariamente sotto la paralisi forzata in cui è stata costretta l’Italia. Rimesse statali e regionali in bilico, riscossioni sospese, acconto Tari rinviato, proventi da tariffe per i servizi a domanda individuale azzerati (asili, piscina, impianti sportivi, musei, refezioni…), non parliamo dell’imposta di soggiorno che chissà per quanto tempo ancora non fornirà gettito, elevata contrazione dei principali tributi, delle locazioni e dei pagamenti delle sanzioni per violazione del codice della strada. I conti sono in rosso. Rosso sangue. E l’anemia finanziaria di Palazzo delle Aquile costringe la ragioneria generale a fare una radiografia in quattro pagine della situazione. Con il seguente referto finale: se non interviene una misura governativa a sostegno degli enti locali, qua a Palermo c’è «un’autonomia finanziaria e di pagamento» fino a giugno. Cioè, significa che non si potrà pagare più nulla: dagli stipendi del personale alle fatture delle aziende partecipate, dalla garanzia delle spese per il funzionamento della macchina amministrativa fino a quelle per le manutenzioni. Paolo Bohuslav Basile scrive che «gli equilibri finanziari del 2020 del bilancio provvisorio, si reggono su stime di entrata i cui presupposti sono repentinamente cambiati, quando non stravolti». Tutto questo determina «una condizione d’incertezza per la quale occorrerà certamente assumere urgenti interventi di riequilibrio, i quali, però, potranno essere concretamente individuati solo quando il governo nazionale avrà adottato l’annunciato decreto d’urgenza destinato all’adozione di concrete misure di sostegno finanziario ai bilanci degli enti locali». Dalla Tasi alla Tosap, dalla Tari all’addizionale Irpef all’Imu subiranno «pesanti cadute di gettito». Quanto all’anticipazione di tesoreria (lo scoperto dell’amministrazione) fino all’altro ieri era consolidata a una disponibilità di 158 milioni 573 mila euro, su 355 milioni di disponibilità. La proiezione che fornisce il ragioniere è che al primo di giugno l’anticipazione teoricamente utilizzabile si assesta a 48 milioni.