L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul ritorno della Zona Arancione in Sicilia e a Palermo.
I dati non lasciano spazio a dubbi, e al di là del bilancio giornaliero dei contagi, crollato nelle ultime ore intorno a quota cinquemila casi ma sotto l’effetto del consueto calo tamponi del weekend, anche l’andamento settimanale della curva epidemica, con un -33% di infezioni, mostra in Sicilia evidenti segni di rallentamento del Coronavirus.
Sospesi tra i colori. Un paradosso, per una regione che oggi si risveglia in zona arancione dopo il boom di positivi e ricoveri registrati a cavallo tra dicembre e gennaio, e non l’unico, visto che ieri negli ospedali siciliani, raggiungendo il 19,4%, la saturazione dei letti disponibili in Rianimazione per i pazienti Covid, ossia il parametro che ha determinato il cambio di colore in tutto il territorio, per il secondo giorno consecutivo si è mantenuta al di sotto del 20%, soglia limite del giallo fissata per decreto, mentre il tasso d’occupazione dei posti nei reparti ordinari, con un 37,2%, sta pericolosamente salendo verso l’asticella del rosso (pari al 40%) anche sulla spinta dei ricoverati asintomatici, entrati in nosocomio per altre patologie ma trovati positivi al tampone di controllo e registrati nei bollettini dell’emergenza come malati Covid: una categoria di pazienti che rappresenta al momento un rotondo 30% degli ospedalizzati in area medica.
L’economia vede nero. Ma il dado ormai è tratto, e con le ordinanze ministeriali non si torna indietro: per 15 giorni (salvo improvvisi peggioramenti del quadro) la regione resterà in arancione, e anche se le restrizioni – in particolare, il divieto di ingresso nei negozi dei centri commerciali durante i giorni festivi e prefestivi – peseranno solo sui chi è sprovvisto di super green pass, ossia sui circa 550mila non vaccinati presenti sull’Isola al netto dei guariti dal virus, «il cambio di colore darà la mazzata definitiva ai segnali di ripresa economica registrati la scorsa estate, acuendo l’effetto scoraggiamento causato dall’epidemia con contraccolpi sui consumi e sugli spostamenti».