L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulla guerra del ticket a Capo Gallo.
I prezzi per entrare alla Riserva non subiranno ribassi: un euro bici e pedoni, 2 euro dopo le moto, 5 le auto e 10 i camper. Il terreno di quasi due chilometri che inizia dal varco d’ingresso a quella che oggi è la Riserva, è proprietà privata: se si vuol entrare, si deve pagare. Il ticket si paga solo perché si calpesta un suolo privato.
«Se questo posto è pulito, il merito è solo nostro – dice – se fosse stato in mano al Comune sarebbe una discarica o una fogna a cielo aperto. Basta vedere la differenza tra dentro e fuor il cancello. Sa perché qui non sono mai stati costruiti villini e non c’è mai stata speculazione edilizia? Perché mio padre non ha mai voluto. Ero io quello che avrebbe voluto lottizzare ma i miei fratelli non erano d’accordo. Il biglietto? C’è stato un tempo in cui non facevamo pagare, ma poi era sembrato quasi un diritto entrare senza manco salutare: in fondo è la mia proprietà, no? Pagare significa anche “selezionare” le persone ed evitare che arrivino le orde. Se non si vuole pagare basta passare dal varco marino e camminare sugli scogli».