Gds: “Palermo. Campi dell’orrore e depositi pieni, fatta a pezzi la dignità dei morti”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla della situazione al cimitero di Palermo dei Rotoli. L’indagine fa passi avanti. Per trovare posto a centinaia di salme, secondo quanto emerso dalle indagini dei militari del Comando provinciale, del Nucleo investigativo, del Nas e del Centro anticrimine Natura, si ricorreva a un principio fisico che fa accapponare la pelle, visto che si parla dei resti di poveri defunti. Nei campi di inumazione, dove le bare vengono calate nella nuda terra, c’era il problema di liberare spazi per fare posto ai nuovi arrivi. Operazione che può essere fatta solo dopo almeno sei anni dal decesso, previa ispezione da parte dei medici legali, che devono attestare l’effettiva «scomposizione» della salma, premessa della mineralizzazione e dunque della raccolta dei resti in cassette più piccole. Se il processo non è completo, le salme vanno rimesse in terra (da sole, in fosse singole) per altri due anni. Decorsi questi due anni, nuova riapertura e nuovo possibile seppellimento per altri due anni, fino ad arrivare a dieci. I campi di inumazione erano stati però trasformati in campi dell’orrore: le salme non mineralizzate venivano infatti rimesse
dentro una sull’altra, alla rinfusa.