L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul forte vento che ieri si è abbattuto su Palermo creando qualche danno.
È un cimitero verde quello che ieri mattina la tempesta di pioggia e vento ha lasciato per le strade della città. Alberi sradicati, rami caduti. marciapiedi divelti. Dal centro alla periferia è stata forse la giornata più nera. Per fortuna, senza conseguenze per le persone. Mentre il Comune assiste impotente (al netto di eventi climatici estremi) al suo patrimonio di alberature che lentamente va a pezzo non potendo subire un programma di manutenzione come ci vorrebbe per assenza di uomini e di mezzi. Ma andiamo con ordine. La fredda bufera che ha soffiato violenta come una sciabolata (con punte superiori a 40 nodi, cioè circa 75 chilometri all’ora) ha squassato le vie cittadine.
In via Principe di Belmonte uno albero si è spezzato finendo sul chioschetto di un fioraio. In via Carducci, uno è caduto su un’auto in sosta; mentre, più giù, verso via Libertà un altro si è piegato e ha invaso la strada, impedendo il transito. Anche in via XII Gennaio lo sradicamento di due alberi ha bloccato la circolazione. Addirittura, in via Enrico Albanese un grande fusto è cascato occupando la carreggiata e danneggiando alcune auto in sosta. Danni a dei veicoli pure in via Leopardi. Anche a Borgo Ulivia si segnalati diversi sradicamenti. Anche la Favorita è rimasta ferita nei pressi della Palazzina Cinese. Disagi anche in via Lanza di Scalea e in viale Strasburgo. Un’altra pianta è caduta in via Brigata Verona e sono intervenuti i carabinieri. Altri alberi sono stati abbattuti in via Leopardi, via XX Settembre, via Montepellegrino, via Carducci.
Il momento, peraltro, è molto singolare perché ci troviamo nel bel mezzo di una transizione: l’assessore Andrea Mineo ha appena rassegnato le dimissioni per fare posto a Pietro Alongi di Forza Italia. Sostanzialmente, dunque, la delega in queste ore non è in mano a nessuno. Né i dirigenti – probabilmente a ragione, in questo frangente – vogliono esprimersi: attendono l’insediamento di Alongi anche per «disegnare» il tipo di programma da mettere in campo. In realtà, però, Roberto Lagalla negli incontri che si sono fatti per affrontare il tema del verde ha detto chiaro e tondo che la soluzione potrebbe essere una sola: farsi aiutare. Cioè, affidare le potature all’esterno ditte privare che insomma possono mettere in campo un’azione amplificata rispetto alle duemila potature che rappresentano la massima capacità operativa dell’amministrazione. E la prima battaglia da vincere, comunque, è quella dentro al Consiglio comunale. La ripartizione dell’avanzo di amministrazione, circa 34 milioni di euro (che nel frattempo s’è ridotto per effetto di alcuni debiti fuori bilancio «coperti») non è ancora cominciata, ma non è detto che la sensibilità sul verde si allinei favorevolmente.