L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul maltempo dei giorni scorsi.
Tuoni, fulmini ma soprattutto vento aggravano la situazione già infernale del cimitero dei Rotoli che resta chiuso alle visite almeno fino a martedì. Ma non solo. Ieri la direzione ha dovuto stoppare pure le tumulazioni dei morti con tanto di auto e parenti al seguito e che non hanno potuto raggiungere le proprie sepolture. Alberi e pietroni erano sparpagliati sui viali e non si poteva transitare. Quindi, feretri tutti in deposito. Forse oggi un piccolo spiraglio: i carri funebri potranno scortare il defunto se la sua destinazione è in una sezione sicura, ma in solitaria. Famiglie, accompagnamento e lacrime resteranno comunque fuori dai cancelli.
«Le maledizioni sono foglie, chi le semina le raccoglie»: e quale detto può essere più calzante alla fotografia che il maltempo, con i suoi lampi al posto dei flash, ha scattato in questi giorni al camposanto della vergogna. Dove le colpe della inesistente manutenzione e della mancata potatura hanno trasformato pure gli alberi in giganti mostruosi arrivati a flagellare questo già precario regno dei morti, come se già non bastassero le bare sui pavimenti, le tensostrutture con i veli squarciati e la sporcizia a singhiozzo.
Dopo un primo sopralluogo fatto giovedì assieme all’assessore Toni Sala, ieri durante un secondo e più ampio giro dei tornanti sui quali si arrampica il camposanto, il bilancio complessivo degli alberi caduti è di 21, di cui 15 piombati addirittura sui sepolcri che sono adesso danneggiati e irraggiungibili. Gli operatori della Reset hanno potuto sgombrare dai viali, di cui la maggior parte nella zona bassa del cimitero quindi proprio all’ingresso, i marmi ceduti dalle tombe gentilizie e tutti i rami di piccola dimensione che si potevano rimuovere facilmente con le attrezzature a disposizione.